Dal Meeting interreligioso della Comunità di Sant’Egidio, in corso da ieri a Napoli, un corale appello a costruire la convivenza e non il conflitto.
Immigrati e sicurezza, un tema affrontato da diverse angolazioni: “Un uomo sta per affogare in un fiume, mentre gente su entrambe le sponde guarda con preoccupazione crescente i suoi disperati tentativi pensando: speriamo che non ce la faccia ad arrivare alla nostra riva“. È con questa provocazione che Jörn-Erik Gutheil, evangelico tedesco, ha chiuso il suo intervento alla conferenza Europa, immigrazione, futuro.
Ma il dramma dei migranti è anche nelle migliaia di donne, uomini e bambini che perdono la vita in mare, come ha raccontato il gesuita maltese Edgar Busuttil. “Gli immigrati a Malta sono costretti a vivere in situazioni disumane. E’ il paradosso di un paese di frontiera che non riesce a trasformare la sua posizione in un’opportunità di accoglienza”.
Dalla conferenza sono emerse alcune proposte:
Antonio Golini, demografo dell’università di Roma la Sapienza, chiede di ripensare l’immigrazione attraverso un nuovo assetto geopolitico del mondo: creare una macroregione afro-europea, una americana e una dell’Estremo oriente, in cui sia libera la circolazione delle persone oltre che dei beni. Jean-Claude Petit, presidente del Centro nazionale della stampa cattolica francese, ricorda all’Unione Europea che deve ancora ratificare la convenzione ONU sui diritti dei migranti. Ed infine “chiudere la porta sarebbe insensato per l’Europa –secondo mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio della pastorale per i Migranti- perché spingerebbe sempre più gente a tentare di entrare dalla porta di servizio“.
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