Nel centenario della nascita di Papa Giovanni Paolo II i confratelli di Padre Pio ricordano la figura del grande pontefice ogni sera durante durante il mese di maggio.
Era il 1978, quando Giovanni Paolo II, da poco eletto, dedicò un pensiero profondo agli anziani, nella preghiera dell’Angelus: «Non possono essere trattati come se fossero ormai inutili. Anche se qualche volta mancano ad essi le forze per poter svolgere le azioni più semplici, hanno però l’esperienza della vita e la saggezza, che molto spesso mancano ai giovani. Meditiamo le parole della Sacra Scrittura: “Come s’addice il giudicare ai capelli bianchi».
All’epoca Papa Wojtyla era ancora giovane, ma il lungo pontificato ha trasformato il fisico di un pastore vigoroso e sportivo, grande camminatore, appassionato di nuoto e di sci, nel corpo di un anziano, prostrato da tante malattie progressive e invalidanti.
Giunto all’età di 79 anni, Giovanni Paolo II volle rivolgersi direttamente, con una lettera, ai suoi «fratelli e sorelle anziani».«Anziano anch’io – esordì – ho sentito il desiderio di mettermi in dialogo con voi», per spiegare che «la vecchiaia non manca dei suoi beni, perché attenuando l’impeto delle passioni, essa accresce la sapienza, dà più maturi consigli», perché «è l’epoca privilegiata di quella saggezza che in genere è frutto dell’esperienza».
Sapienza e saggezza che bisogna saper trasmettere. «In quante famiglie i nipotini ricevono dai nonni i primi rudimenti della fede!», ha scritto ancora il Pontefice, aggiungendo: «Ma sono molti altri i campi a cui può estendersi il benefico apporto degli anziani».
Il Santo Padre era ormai diventato egli stesso il saggio nonno di tanti giovani, che accorsero sempre numerosi ad ascoltarlo in tutte le Giornate Mondiali della Gioventù. Fino all’ultima, quella di Toronto nel 2002, quando l’ottantaduenne Pastore della Chiesa universale, chiamandoli «amici», li invitò costituire «una nuova generazione di costruttori che, mossi non dalla paura o dalla violenza ma dall’urgenza di un autentico amore, sappiano porre pietra su pietra per edificare, nella città dell’uomo, la città di Dio».E li incoraggiò dicendo: «Voi siete gli uomini e le donne di domani; nei vostri cuori e nelle vostre mani è racchiuso il futuro. A voi Dio affida il compito, difficile ma esaltante, di collaborare con Lui nell’edificazione della civiltà dell’amore». A loro, ai giovani che vegliavano in piazza San Pietro per il Papa agonizzante, Giovanni Paolo II, come un nonno, dedicò il suo ultimo pensiero espresso in punto di morte e comunicato dal suo portavoce Joaquin Navarro Valls: «Vi ho cercato, e voi siete venuti, e per questo vi ringrazio».