Lavorare alla pari significa essere ospiti in una famiglia straniera e, in cambio di vitto e alloggio e una piccola retribuzione, aiutare ad accudire i bambini e a sbrigare leggere faccende domestiche. Il fine ultimo è quello di perfezionare le conoscenze linguistiche ed, eventualmente, professionali, e di arricchire la propria cultura generale con una migliore conoscenza del Paese di soggiorno.
Il lavoro alla pari è regolato da un Accordo Europeo adottato a Strasburgo dal Consiglio d’Europa, il 24/11/1969 e ratificato dall’Italia il 19/05/73. Il soggiorno minimo varia da Paese a Paese ma comunque vengono preferite le permanenze di 6 mesi durante l’anno, e di 2/3 mesi durante l’estate. La permanenza massima non è superiore ad 1 anno; può tuttavia essere prolungata in modo da permettere un soggiorno di due anni. La persona collocata alla pari deve fornire alla famiglia ospitante prestazioni consistenti in una partecipazione ai normali lavori casalinghi: il tempo realmente riservato a tali prestazioni non supererà, in linea di massima, la durata di 5 ore al giorno. Essa riceve vitto ed alloggio dalla famiglia ospitante; dispone, per quanto possibile, di una camera individuale; deve avere tempo sufficiente per seguire corsi di lingua e perfezionarsi sul piano culturale e professionale e a tale scopo dovrà essere accordata ogni facilitazione per regolare opportunamente gli orari di lavoro. Per trovare un posto come ragazzo alla pari ci si può rivolgere ad agenzie ed associazioni italiane o straniere che si occupano di questo settore. Tutte le agenzie italiane richiedono il pagamento del proprio servizio come intermediarie fra le agenzie estere e la ragazzo che cerca lavoro, anche se si tratta di una minima spesa in confronto di un’esperienza che cambia radicalmente la vita.
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