"Favorire ogni iniziativa volta a promuovere l’assistenza umanitaria a coloro che soffrono a causa del conflitto dentro e fuori dal Paese". Sulla situazione in Siria, il Pontefice intensifica l’offensiva della pace.
Con una lettera indirizzata al presidente russo Vladimir Putin, in occasione del vertice del G20 di San Pietroburgo, papa Francesco ha rilanciato oggi l’impegno per indurre a cercare una soluzione pacifica alla crisi. Un tentativo che, dopo gli appelli dei giorni scorsi e la convocazione, per sabato 7, di una giornata di preghiera e digiuno per la pace, si allarga così al campo diplomatico, come dimostra anche il briefing tenuto stamane in Vaticano con i diplomatici accreditati presso la Santa Sede.
Abbandonare "ogni vana pretesa di una soluzione militare", chiede il Papa ai leader dei paesi del G20, e piuttosto “perseguire, con coraggio e determinazione, una soluzione pacifica attraverso il dialogo e il negoziato tra le parti interessate con il sostegno concorde della comunità internazionale".
Domenica scorsa, 1° settembre, era risuonato all’Angelus l’invito di Francesco a partecipare all’iniziativa di sabato prossimo: “ci riuniremo in preghiera e in spirito di penitenza per invocare questo dono di Dio. L’umanità ha bisogno di vedere gesti di pace. Chiedo a tutte le comunità di organizzare qualche atto liturgico secondo questa intenzione”. Ieri, nel corso dell’udienza generale, il Papa ha ribadito: "Esorto in particolare i fedeli romani e i pellegrini a partecipare alla veglia" che si svolgerà in Piazza San Pietro dalle 19 alle 23.
Il pensiero della Santa Sede sulla crisi siriana è esposto anche in un documento consegnato stamattina agli ambasciatori accreditati in Vaticano. In esso, come ha evidenziato il segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti, ci sono "alcuni elementi che la Santa Sede considera importanti per un eventuale piano per il futuro della Siria: 1. È innanzitutto indispensabile adoperarsi per il ripristino del dialogo fra le parti e per la riconciliazione del popolo siriano. 2. Occorre poi preservare l’unità del Paese, evitando la costituzione di zone diverse per le varie componenti della società. 3. Infine, occorre garantire, accanto all’unità del Paese, anche la sua integrità territoriale".
Quanto ai temi economici oggetto del vertice del G20, dei quali scrive il Papa nella lettera a Vladimir Putin, "il contesto attuale, altamente interdipendente, esige una cornice finanziaria mondiale, con proprie regole giuste e chiare, per conseguire un mondo più equo e solidale, in cui sia possibile sconfiggere la fame, offrire a tutti un lavoro degno, un’abitazione decorosa e la necessaria assistenza sanitaria. L’economia mondiale potrà svilupparsi realmente nella misura in cui sarà in grado di consentire una vita degna a tutti gli esseri umani, dai più anziani ai bambini ancora nel grembo materno, non solo ai cittadini dei Paesi membri del G20, ma ad ogni abitante della Terra, persino a coloro che si trovano nelle situazioni sociali più difficili o nei luoghi più sperduti".
#prayforpeace
«Mai più la guerra!»
«Si alzi forte in tutta la terra il grido della pace»
«Con particolare fermezza condanno l’uso delle armi chimiche!».