“L’anoressia e la bulimia sono malattie del paradosso, perché non legate all’appetito. Sono definite malattie sociali per i drammatici risvolti psichici e psicologici a queste legati”. Parole di Fabiola De Clercq, presiedente dall’Aba e ospite di Radio Padre Pio.
Una vita in bilico tra anoressia e bulimia quella di Fabiola De Clercq che dopo essere guarita, ha fondato l’Aba, un’associazione senza fini di lucro, impegnata da 13 anni nell’ambito della prevenzione, informazione e studio dell’anoressia, bulimia, obesità e disturbi alimentari. Ha raccontato la sua esperienza in un libro intitolato “Tutto il pane del mondo” in cui descrive la sua sofferenza. “Una sofferenza uguale a quella di tante donne che hanno questa patologia, che soffrono questo disagio” – ha precisato Fabiola.
L’anoressia e la bulimia, rispettivamente rifiuto e abuso incontrollato di cibo, sono disturbi tipici di gioventù, patologie che colpiscono soprattutto le donne. Soltanto da pochi decenni queste malattie si sono poste all’attenzione di medici e opinione pubblica.
“Al centro del disagio di soggetti anoressici e bulimici c’è un disturbo dell’immagine legata al proprio corpo – ha proseguito Fabiola – loro stessi poi negano la patologia, motivo per cui sono tanto più difficili da curare. Le cause e il decorso di queste malattie sono ancora incerte. Spesso determinanti appaiono delle cause familiari, anche se irresistibile è la tentazione di leggere anoressia e bulimia in termini sociali e relazionali, come un’ombra del rapporto distorto che la nostra società ha nei confronti del corpo, del cibo, delle cose.
L’anoressia e la bulimia come metafora. Esse feriscono i corpo e le menti di vittime reali, che però soffrono forse di un male non solo individuale.”
Anoresssia, bulimia e disturbi alimentari saranno al centro del primo convegno organizzato dall’Aba che si svolgerà a Milano il 16 e 17 ottobre.
Al convegno, intitolato “L’approccio psicoanalitico nella cura dell’anoressia e della bulimia”, parteciperanno numerosi specialisti e medici che presenteranno le loro relazione divise in quattro sessioni: il trattamento individuale; il piccolo gruppo monosintomatico a conduzione analitica; il lavoro con le famiglie; il trattamento in istituzione: le esperienze delle strutture intermedie e residenziali.