“Per affrontare l’epidemia degli animali selvatici non serve qualche abbattimento se, contemporaneamente, non si raccolgono dati più ampi”. Così Francesco Ferrante, direttore generale Legambiente, dopo l’ultima riunione della task force sull’emergenza aviaria istituita dal Ministero della Sanità. “Nessuna strategia, ne’ stanziamento di fondi potranno andare a buon fine, senza il coinvolgimento di chi quotidianamente sta sul territorio. E invece manca tuttora un sistematico piano di monitoraggio sugli uccelli selvatici, unici vettori accertati del virus H5N1. ”. La sola iniziativa adottata in merito dall’unità di crisi è l’abbattimento di cigni, nella regione Puglia, a scopo di studio epidemiologico.
Decisivo, secondo l’associazione ambientalista, sarebbe un piano di informazione diretto a tutte le categorie che, stando sul territorio, potrebbero essere coinvolte nelle attività di monitoraggio: piccoli allevatori rurali, enti interessati alla gestione faunistica, agricoltori, cacciatori, volontari a difesa dell’ambiente.
“Eppure paradossalmente, proprio in questo momento –ha concluso Ferrante– in molte province venete, dove si registrano le più alte percentuale di animali allevati a scopo alimentare, si sta pianificando l’immissione di anatre a scopo venatorio. Stupisce che il ministro non abbia già bloccato quest’attività, perché aumenta i rischi di diffusione del virus tra animali selvatici e domestici” .
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