Far conoscere un lato finora sconosciuto della vita di don Tonino Bello, la sua dimensione francescana, per comprenderne meglio la sua persona e la sua opera.
Questa l’idea che fa da sfondo al libro “La gente, i poveri e Gesù Cristo. Don Tonino Bello e San Francesco d’Assisi” (Ed. Insieme), scritto da fr. Francesco Neri, frate minore cappuccino e docente di teologia dogmatica alla Facoltà teologica pugliese.
Vescovo di Molfetta-Ruvo-Terlizzi e Giovinazzo e direttore di Pax Christi negli anni ‘80, don Tonino Bello aveva un’idea concreta del francescanesimo: di san Francesco amava la preghiera e la povertà, intesa sia come stile di vita che di amore verso i poveri, accogliendo, ad esempio, gli sfrattati a casa sua, in episcopio.

«Tutti quelli che hanno una conoscenza di don Tonino, appena hanno visto Papa Francesco, quello che dice, quello che fa, i segni del suo rapporto con la Chiesa, con il mondo, hanno detto: ecco è arrivato uno che fa il Papa come don Tonino faceva il vescovo» ha detto fr. Francesco ospite di Padre Pio TV per presentare il suo libro.
Francesco d’Assisi e Tonino Bello, due uomini liberi perché la vera essenza della loro spiritualità è stata l’amore, infatti come scrisse lo stesso don Tonino: «Questo è il sale della vita: amare. La gente, i poveri soprattutto, e Gesù Cristo. Il resto non conta nulla».
Anche oggi, a quasi 30 anni dalla sua morte, il vescovo emerito di Molfetta continua a provocarci con la potenza dei suoi gesti. «La provocazione di don Tonino è la santità – ha sottolineato fr. Francesco – perché come lui stesso notava, il mondo ha desiderio di santità. Dobbiamo convertici e chiedere al Signore di darci la forza di allontanarci da quello che ci separa da lui, di riempirci della grazia di Dio e di farci anche noi nella nostra quotidianità santi».