“La difesa dei diritti dell’uomo, la battaglia contro la pena di morte e contro la tortura: questa l’eredità più forte che Norberto Bobbio, socio di Amnesty per oltre vent’anni, lascia alle nostre menti ed alle nostre coscienze”.
Riccardo Noury, dirigente della sezione italiana di Amnesty International, ha raccontato agli ascoltatori di Radio Padre Pio il rapporto(anche personale) tra l’associazione ed il grande intellettuale torinese morto nei giorni scorsi a 94 anni.
Oggi, inoltre, alla vigilia dell’intervento del primo ministro irlandese Bertie Ahern, presidente di turno del Consiglio d’Europa, davanti al Parlamento di Strasburgo, l’ufficio Europa di Amnesty ha diramato una nota in cui si chiedono miglioramenti decisivi nella politica dell’Unione all’interno del continente.
I diritti umani iniziano in casa propria. Documento di valutazione di Amnesty International sulle politiche dell’Unione Europea in materia di diritti umani. Raccomandazioni alla presidenza irlandese dell’Unione Europea.
Il testo, pubblicato integralmente nel sito www.amnesty-eu.org, comprende una serie di raccomandazioni alla presidenza irlandese, tra le quali un maggiore controllo del rispetto dei diritti umani all’interno dell’Unione Europea, l’adozione di misure concrete per combattere il razzismo, la xenofobia e la discriminazione, la garanzia che l’Unione Europea non abdicherà ai propri obblighi internazionali di proteggere i rifugiati, la tutela delle vittime del traffico di esseri umani.
“Abbiamo l’impressione che il motore che alimenta le politiche europee sui diritti umani stia perdendo energia – ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell’Ufficio di Amnesty International a Brussels- Se l’Unione Europea ambisce, e ne ha le potenzialità, ad essere la più incisiva forza globale per i diritti umani, non basta che predichi questi diritti all’estero, ma prima di tutto, deve guardare al proprio interno.
Amnesty International ha forti e motivate preoccupazioni per la situazione dei diritti umani nella maggior parte degli attuali e futuri Stati membri. Si tratta di questioni che devono essere affrontate anche a livello di Unione Europea, altrimenti la credibilità di questo organismo nelle sue relazioni internazionali verrà sempre messa in discussione”