La storia di Federica Balestrieri. Dalla Formula 1 ad un progetto sociale con i piccoli artigiani del mondo.
Per 25 anni è stata giornalista Rai e inviata speciale per la Formula 1 in giro per il mondo. Ha condotto la trasmissione televisiva Pole Position e per sette anni è stata nella redazione società del Tg1 e poi agli speciali.

Nel 2014, Federica Balestrieri, decide di mettersi in aspettativa, scala marcia e cambia direzione. Un periodo pit-stop che la porterà alle dimissioni nel 2016 e ad iniziare una seconda vita, dedicandosi al sociale, fondando un blog “Live more with less” (vivi meglio con meno) che diventerà la sua filosofia di vita.

«Il periodo dell’aspettativa è stato per me un momento di prova in cui mi sono resa conto di come la mia vita potesse esistere a prescindere da quello che facevo fino a quel momento – esordisce Federica – Improvvisamente ho percepito che poteva esserci una me a prescindere dal mio ruolo, dalla mia professione. Durante l’aspettativa ho fatto un lungo viaggio in barca con l’amico Simone Perotti (scrittore e marinaio, tra i fondatori del Progetto Mediterranea. Suo il motto: “Navigo da decenni, e da oltre dodici anni tento la via della libertà”). «Ho pensato che si potesse vivere meglio rinunciando ad un po’ di cose: al potere, alla visibilità anche ad uno stipendio fisso, per vivere un’esistenza diversa e più autentica, seguendo i propri ritmi, la propria natura. Una vita più consona alle mie attitudini, rivolta al sociale e ai viaggi. Dopo del dimissioni non avevo un piano b se non quello di vivere la mia vita».
Federica Balestrieri ha sempre avuto un’attenzione particolare per il sociale «Tema non molto popolare al Tg1. Ricordo che un direttore una volta chiese al mio caporedattore: ma perché la Balestrieri ha questa fissa per il sociale? Ecco io questa fissa l’ho sempre avuta. Già nel 2002 feci un viaggio umanitario in Sud Sudan e diventai socia di una onlus “Sudin” che fondò una scuola di mestieri agrari ed edilizi. Tutto molto lontano dal dorato mondo della Formula 1. Passata alla redazione società del Tg1, era gennaio 2010, il mio caporedattore mi chiese di realizzare dei reportage. Quell’anno faceva molto freddo. Iniziai a seguire i senza fissa dimora e a raccontare le loro storie. Nacque così l’idea di fondare una onlus “Milano in azione”, una vera e propria unità di strada per portare pasti caldi e coperte a chi non aveva una casa ed era costretto a vivere fuori. Da lì poi è nato un progetto specifico dedicato ai senza tetto: un corso di fotografia per insegnare loro ad utilizzare la macchina fotografica. Abbiamo allestito una mostra e per uno di loro c’è stato anche un progetto di rinserimento sociale. La fotografia come mezzo di riscatto, è nata così la Onlus “Riscatti”».
Dopo essersi dimessa dal tg1 Federica Balestrieri decide di partire per l’India. «Vado in uno dei paesi che amo molto e mi dico: vediamo che succede. Sono sempre stata appassionata di artigianato, tessuti ma anche di minoranze etniche. Lì producono tessuti meravigliosi che stampano a mano con metodi antichi e naturali fatti senza inquinare. Grazie ad una piccola sartoria ho creato alcuni capi di abbigliamento. Quando sono rientrata le mie amiche subito li hanno acquistati chiedendomi perché non ne avessi prodotti di più. Da lì ho deciso di declinare “Live more with less” in “Dress more with less”. E quindi vestirsi meglio con meno abiti, meno spesa e meno impatto ambientale ed umano. E soprattutto rispettare i diritti dei lavoratori».

Si tratta di pezzi unici creati da piccoli artigiani, spesso cooperative di donne che Federica è andata a cercare personalmente in Colombia, Messico, Marocco. Persone che svolgono lavori coraggiosi, contro il ritmo forsennato del consumismo di oggi e che producono piccoli pezzi con amore portando avanti antiche tradizioni, unendosi in cooperative per essere retribuite il giusto e non essere sfruttate dal mercato.

«Mi piace molto lavorare con loro. Insomma creiamo delle piccole collezioni che poi distribuisco con questo piccolo e-commerce». Federica utilizza spesso un’espressione: alleggerire il bagaglio che concretamente significa: meno aspettative, meno rincorsa, meno cose inutili.
«Così reinventarsi diventa più semplice» e aggiunge «Sono pronta per una terza vita e anche a reinventarmi perché alla fine penso che la routine sia una cosa terribile. Bisogna avere il coraggio di reinventarsi e di credere. Senza voltarsi mai indietro, senza fermarsi a guardare la vita che ci passa accanto».
