La fama di santità attorno a lei è viva e vasta. Trascina in tutto il mondo soprattutto i giovani, a migliaia, e non solo cristiani, che in suo onore scrivono poesie, allestiscono spettacoli, si rivolgono continuamente alla sua intercessione… Con queste parole Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolarini ha presentato ai giovani la figura di Chiara Badano.
Ai microfoni di Radio Padre Pio abbiamo ospitato Mariagrazia Magrini, vicepostulatrice della Causa di Beatifificazione di Chiara Badano e S. Ecc. Mons. Livio Maritano, promotore della Causa di Beatificazioni che con la loro testimonianza ci hanno aiutato a comprendere la figura di Chiara.
“ Chiara di nome e di fatto – racconta Mariagrazia Magrini – con occhi limpidi e grandi, dal sorriso dolce e comunicativo. E’ una ragazza normale, con un qualcosa in più: ama appassionatamente Gesù e nel suo amore coinvolge i genitori e chi l’avvicina. Unica differenza dagli altri ragazzi: è docile alla grazia e al disegno di Dio su di lei, che le si svelerà a poco a poco. Dai suoi quaderni traspare la gioia e lo stupore nello scoprire la vita: è felice. A nove anni entra nel Movimento GEN e da allora, in modo particolare, la sua vita è tutta in ascesa, una ricerca di “mettere Dio al primo posto”. Prosegue gli studi fino al Liceo classico, quando a diciassette anni, all’improvviso, un lancinante spasimo alla spalla sinistra svela tra dolorosi esami ed inutili interventi un osteosarcoma, dando inizio ad un calvario che durerà circa tre anni. Chiara non piange, non si ribella: subito rimane assorta in silenzio, ma dopo soli 25 minuti dalle sue labbra esce il sì alla volontà di Dio, nell’amore al suo “Gesù abbandonato”. Non perderà mai il suo luminoso sorriso e, mano nella mano con i genitori affronta cure dolorosissime e trascina nello stesso Amore chi l’avvicina”.
Rifiutata la morfina perché le toglie lucidità, dona tutto per la Chiesa, la Diocesi, i giovani, i lontani, il Movimento, le missioni…, rimanendo serena e forte, convinta che “il dolore abbracciato rende liberi”. Ripete: “Non ho più niente, ma ho ancora il cuore e con quello posso sempre amare”.
“ Anche i medici, talvolta non praticanti – racconta Mons. Magrini – rimangono sconvolti dalla pace che Chiara riesce a trasmettere, ed alcuni si riavvicinano a Dio. Ancor oggi la ricordano, ne parlano e la invocano. Alla mamma preoccupata continua a ripetere: Fidati di Dio… e poi ancora: quando io non ci sarò più, segui Dio e troverai la forza di andare avanti. Ma il male avanza e i dolori aumentano. Non un lamento; sulle sue labbra: Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io. Chiara si prepara all’incontro: E’ lo Sposo che viene a trovarmi, dirà … e sceglie il suo abito da sposa, i canti e le preghiere per la sua Messa; il rito dovrà essere una festa. E il suo Sposo viene a prenderla all’alba del 7 ottobre, dopo una notte molto provata. E’ il giorno della Vergine del Rosario. Queste le ultime parole: Mamma, sii felice, perché io lo sono…Ciao”.
Il 19 aprile 2004 presso la Curia diocesana di Trieste si è aperto il Processo sul presunto miracolo ottenuto per intercessione della serva di Dio, riguardo alla guarigione di un giovane della sua città avvenuto nel luglio del 2001. Nell’attesa di un parere favorevole che attesti la straordinarietà dell’avvenimento, come segno della misericordia di Dio che si avvale dei Santi per mostrarci la sua bontà di Padre, sentiamoci invitati a continuare a pregare Chiara affinché interceda presso il Signore, concedendo grazie spirituali e fisiche implorate nel pieno abbandono della Sua volontà.