“Quello di Cesare Battisti è un caso che definirei di accanimento terapeutico: continuare a perseguire una persona da lungo tempo non più pericolosa”.
Erri De Luca, oggi scrittore di successo sia nel nostro paese che in Francia, commenta gli ultimi sviluppi del caso Battisti ai microfoni di Radio Padre Pio.
“Anch’io –ricorda- negli anni Settanta facevo parte della generazione rivoluzionaria, che credeva nella condivisione della lotta estremista. Tutto questo ha coinvolto almeno trentamila persone(cifre da piccola guerra civile), ed è finito da molti anni ormai. Lo Stato ha vinto, la giustizia ha inflitto più di cinquemila condanne, alle quali una piccola minoranza è riuscita a sfuggire espatriando.
In Italia si continua a dimenticare che se le leggi speciali(che, sono dati ufficiali, comprendevano la pratica della tortura) sono state revocate, le pene sono rimaste straordinariamente pesanti.
E’ uno dei motivi per cui la Francia, terra d’accoglienza dei perseguitati per lunga tradizione, ospita uomini come Cesare Battisti.
Volendo acciuffare a tutti costi questi ex antichi prigionieri, lo Stato non fa che pretendere di cantar vittoria su vinti di molti anni fa.
Purtroppo nel nostro paese, nonostante tutti si siano arresi da lungo tempo, c’è molta animosità, molto sentimentalismo: un clima che rende la questione troppo elettrica e le persone poco lucide”.