03 marzo
Giovanni Scalvinoni, nasce a Niardo, Brescia, il 19 marzo del 1844. Dopo pochi mesi gli morì il padre per una polmonite. Fin da piccolo ebbe una grande pietà per i poveri, dando generosamente quel poco che possedeva a coloro che bussavano alla porta di casa. Conserverà questo sentimento per tutta la vita. Trovava soddisfazione quando da cappuccino andava in giro per la questua e tornava in convento con la bisaccia vuota. Quello che riceveva lo dava ai più bisognosi. Trascorse l’infanzia a Berzo.

Frequentò poi il ginnasio nel collegio di Lovere e da qui passò al seminario di Brescia. Ordinato sacerdote nel 1867, ricoprì diversi incarichi tra i quali lo ricordiamo come predicatore di esercizi spirituali nei conventi lombardi e vicerettore in seminario. Da quest’ultimo venne rimosso per la sua mancanza di autorità. Il suo carattere timido gli faceva desiderare una vita di nascondimento e solitudine. Si fece cappuccino e ricevette il nome di fra Innocenzo. La maggior parte della sua vita la trascorse nel convento-eremo dell’Annunziata davanti al tabernacolo. Amava molto il Crocifisso e l’esercizio della Via Crucis che raccomandava ai suoi penitenti.
Gli ammalati e gli afflitti andavano da lui per ricevere la sua benedizione e la sua fama di santità incominciò a dilagare. Nelle festività era al confessionale dal mattino alla sera. Morì nell’infermeria del convento di Bergamo il 3 marzo 1890, a soli 46 anni. Pochi mesi dopo le sue spoglie vennero trasferite a Berzo. Il 12 novembre del 1961 san Giovanni XXIII lo proclamò beato e patrono dei bambini, i quali furono protagonisti dei due miracoli del processo di beatificazione. Il suo convento e la sua cella sono meta di continui pellegrinaggi. Tanta gente vuole ancora assaporare, attraverso i suoi luoghi, l’incondizionato abbandono nelle braccia del Padre.