16 febbraio
Giuseppe nasce a Castelnuovo d’Asti nel 1851. Fu studente di don Bosco e aveva, come zio materno, san Giuseppe Cafasso. Ordinato sacerdote a Torino all’età di 22 anni, divenne rettore del santuario più caro ai torinesi, la Consolata, e del Convitto ecclesiastico per i neosacerdoti. Al suo arrivo, però, sia il santuario che il convitto erano in crisi ma, Giuseppe, con fatica li rivitalizzò divenendo formatore di dottrina e vita. Dal suo seminario uscirono ragazzi desiderosi di diventare missionari ma, Giuseppe, trovò l’ostacolo della Diocesi. Non si perse d’animo: sarà lui a fondare l’Istituto dei Missionari della Consolata nel 1901, l’anno dopo partirà per la prima spedizione nel Kenya e otto anni dopo nasceranno le Suore Missionarie della Consolata. Al papa Pio X denunciò l’insensibilità della gerarchia ecclesiastica nei confronti delle missioni e gli propose di istituire una giornata missionaria annuale, “con obbligo d’una predicazione intorno al dovere e ai modi di propagare la fede”.

Nella visione di don Giuseppe l’intera Chiesa era chiamata all’evangelizzazione. Don Giuseppe sembrò più uomo di azione che di preghiera. Uno dei suoi motti era “Fare bene il bene”. In realtà egli mirava alla diffusione del Vangelo e alla promozione umana. Declinarono le forze di Pio X, morì e la proposta sembrò sfumare. Con l’elezione di papa Pio XI il sogno di Giuseppe si realizzò perché il papa istituì nel 1927, un anno dopo la morte di Allamano, la Giornata missionaria mondiale. Morì a Torino il 16 febbraio del 1926. La sua salma è conservata e venerata nella Casa Madre dei Missionari della Consolata, a Torino. Venne beatificato da papa Giovanni Paolo II il 7 ottobre del 1990.