18 febbraio
Era solito ripetere Giovanni da Fiesole: «Chi fa cose di Cristo, con Cristo deve star sempre».

Guido di Pietro nacque a Vicchio nel Mugello intorno al 1400. Insieme al fratello Benedetto entrò nel convento domenicano di Fiesole divenendo fra Giovanni. Giovanissimo lavorò come apprendista pittore nella Firenze di Lorenzo Monaco e Gherardo Starnina. La preghiera e lo studio affinarono la sua mano artistica: dipinse immagini cariche di umanità e misticismo e, durante il suo lavoro, il cuore era sempre rivolto al cielo. Si dice che non iniziava mai un lavoro senza aver prima pregato e che dipingeva in ginocchio. La pittura era per lui una preghiera e le figure nate dal suo pennello rivelano, ancora, un perfetto connubio tra l’umanesimo e la fede. Predicava attraverso l’arte. Una preziosa testimonianza della purezza del suo lavoro sono gli affreschi del convento di San Marco a Firenze che parlano della Passione e Morte di Cristo: quando lui dipingeva il Cristo in croce si commuoveva sempre.
Ebbe commissioni anche in Toscana. Per il Beato Angelico ogni azione doveva essere rivolta a Dio e la pittura era per lui sia uno strumento per elevare le menti alle realtà celesti e sia uno strumento di lode. Divenne famoso per i suoi dipinti tanto che venne chiamato anche in Vaticano. Si narra, infatti, che il papa Niccolò V non riuscì a trattenere le lacrime di fronte ai suoi affreschi commissionati nella cappella privata del Palazzo Apostolico. Il Vasari, del Beato Angelico, dice: “Se avesse voluto, avrebbe potuto vivere in modo molto agiato e diventare ricco grazie alla sua arte”. La sua umiltà e il suo spirito di servizio lo portarono anche a rifiutare la nomina a vescovo di Firenze.
Morì il 18 febbraio del 1455 nel convento di Santa Maria sopra Minerva a Roma dove sono conservate le sue reliquie, visitate annualmente da molti pellegrini. Si narra, ancora, che nel momento in cui emanò l’ultimo respiro cadde, dagli occhi di tutti gli angeli dipinti da lui, una lacrima. Il 2 ottobre del 1982, con motuproprio cioè per propria iniziativa, San Giovanni Paolo II lo dichiarerà beato e due anni dopo lo proclamerà Patrono Universale degli Artisti.