Prosegue nella chiesa di San Salvatore in Lauro a Roma(rione Ponte), l’esposizione del “Bambinello di Padre Pio”, una statuetta che il santo di Pietrelcina ha tenuto con sé fino a quando, due anni prima della sua morte, la donò a Carlo Campanini, il celebre attore che nell’ambiente dello spettacolo era stato ribattezzato il sacrestano di padre Pio per la sua profonda, e non dissimulata, devozione al Frate.
Nell’effigie lignea, alta circa 60 centimetri, Gesù Bambino porta sul capo una corona con l’incisione “Cuor del mondo”, ed ha una sequenza di piccole croci dorate a ornare il bordo inferiore della tunica che lo copre sino ai piedi. La mano destra benedice, e la sinistra tiene un cuore rosso in cui arde una fiammella d’oro.

La chiesa, sorta sulle rovine di un tempio romano, deve il suo nome alle piante di alloro (laurus) che adornavano il territorio circostante.
Nel 1669 divenne proprietà del Pio Sodalizio dei Piceni che vi istituì il culto della Madonna di Loreto a Roma.
Essa raccoglie al suo interno opere artistiche e numerose reliquie di santi. Tra queste, un mantello, un guanto e la stola che Padre Pio indossava nel giorno dell’inaugurazione di Casa Sollievo della Sofferenza.

Ogni anno, la festa di san Pio viene solennemente celebrata e preceduta da una novena di preparazione a cura dei Gruppi di Preghiera della capitale.
