Nel 1928, fu il cappuccino ligure, padre Antonio Durante (morto in concetto di santità nel 1970), a portare, in Argentina, la devozione per il confratello di San Giovanni Rotondo: Padre Pio da Pietrelcina. Padre Antonio, fece conoscere la storia del frate stigmatizzato a generazioni di emigrati italiani in Argentina, a La Plata, nella parrocchia che fondò: Santa Maria degli Angeli. Qui custodiva un guanto di Padre Pio. Parrocchia che frequentava anche la famiglia Bergoglio.
Su invito di Padre Pio, nel 1958, padre Antonio, costituì il primo Gruppo di Preghiera in Argentina.
Il Cardinale di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, era legato a questo umile frate cappuccino vicino ai migranti, tanto da celebrare nel 1995 e poi nel 2010, la messa in suo suffragio a venticinque e quarant’anni dalla morte.
Nel 2002, Enrico Noseda, un italoargentino devoto di Padre Pio, propose al cardinale Bergoglio di far arrivare a Buenos Aires una reliquia del santo di Pietrelcina. Il futuro Papa accolse con entusiasmo la proposta. L’evento venne celebrato con una Santa Messa, nella cattedrale, presieduta dal cardinale e concelebrata da mons. Giuseppe Ruotolo, vice direttore generale dei Gruppi di preghiera, e da fr. Marciano Morra, segretario generale dei Gruppi di Preghiera.
Dopo la celebrazione, il cardinale, chiese in un incontro privato, dettagli sulla vita di Padre Pio, la sua influenza e la struttura dei gruppi. Ciò che impressionò maggiormente Bergoglio fu il profondo impegno sociale del Santo, la sua dedizione verso i malati, i poveri e i sofferenti.
Don Alejandro Russo, rettore della cattedrale, ha raccontato che nei momenti più difficili, il cardinale chiedeva di porre il guanto di Padre Pio sulla sua scrivania. Quando riceveva persone in difficoltà, voleva che pregassero insieme davanti alla reliquia.
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