“In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo” (Mt 2, 2). Giunge da un laboratorio straordinario, dove le Chiese sono chiamate a provare a vivere nella quotidianità la sfida di camminare insieme, il sussidio che da domani guiderà, in tutto il mondo, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si celebra dal 18 al 25 gennaio.
Al Consiglio delle Chiese del Medio Oriente – nato nel 1962, con sede a Beirut, per riunire comunità cristiane di un arco di Paesi che va dall’Egitto all’Iran- il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e la Commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese hanno affidato quest’anno il delicato e profetico compito di redigere i testi. Il versetto evangelico scelto come tema mette l’accento proprio sull’Oriente come luogo dove è sorta la stella che ha spinto i magi a mettersi in viaggio fino a Betlemme per adorare Gesù.
La pandemia mondiale, la conseguente crisi economica e il fallimento delle strutture politiche, economiche e sociali che avrebbero dovuto proteggere i più deboli e vulnerabili, hanno evidenziato il desiderio profondo, a livello globale, che una luce brilli nell’oscurità.

La comunione che condividiamo nella preghiera comune – scrivono le Chiese- deve ispirarci a fare ritorno alle nostre vite, alle nostre chiese e al mondo intero attraverso strade nuove. Dobbiamo collaborare per dare sollievo agli afflitti, accogliere gli sfollati, alleviare chi è schiacciato dal peso della vita, e costruire una società giusta e onesta.
La strada nuova per le chiese è la via dell’unità visibile da perseguire con sacrificio, coraggio, audacia così che, giorno dopo giorno, ‘Dio regnerà effettivamente in tutti’ (1 Cor. 15,28).
Nell’udienza a una delegazione della Custodia di Terra Santa, Papa Francesco ha sottolineato oggi l’importanza di descrivere la vita delle società mediorientali e ha incoraggiato a continuare, in un tempo di reti sociali, a “creare comunità” tra le confessioni cristiane, le diverse fedi e tra la Chiesa e i migranti, gli sfollati e i rifugiati.