Il secondo tra i profeti maggiori è Geremia e racconta le vicende della Gerusalemme della fine del VII e l’inizio del VI sec a.C. Il libro si apre con la vocazione di Geremia nel breve ma significativo dialogo con Dio, che lo ha scelto “fin dal grembo materno” (1,5) per essere profeta per le nazioni, lui che si sente incapace di compiere questo progetto divino. Molte sono le notizie biografiche raccontate in prima persona. Oltre all’episodio già citato, altre volte compare il tentativo di resistere alla missione di Dio, cui il profeta non riesce a sottrarsi, nonostante le incomprensioni e il male che deve sopportare. Egli invita il popolo alla conversione, ad una fede libera di ipocrisia e vanità, pena la minaccia di invasione da parte dell’esercito babilonese e la distruzione del tempio e della Città Santa. Ma la sua parola non viene accolta e il profeta sarà perseguitato. Nella vicenda personale di Geremia la Chiesa ha letto in filigrana il fallimento, la persecuzione e la passione di Gesù Cristo: le pagine del profeta vengono proclamate nei giorni della Quaresima, soprattutto il mercoledì della seconda settimana e la V domenica dell’anno B, la cui prima lettura proclama un messaggio di consolazione e Dio stringerà una nuova alleanza con il suo popolo, sancita con la morte e la risurrezione di Gesù.
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