Riprende negli aeroporti italiani la “Peregrinatio Mariae” della statua raffigurante la Madonna di Loreto, nell’ambito delle iniziative del Giubileo Lauretano, concesso da Papa Francesco in occasione del centenario della proclamazione (da parte di Benedetto XV, il 24 marzo 1920) della Virgo lauretana patrona degli aeronauti, e prorogato fino al 10 dicembre 2021.

Dedicato ai piloti civili e militari, a tutti coloro che utilizzano il trasporto aereo ed ai pellegrini che salgono sul colle marchigiano, l’Anno giubilare è stato aperto l’8 dicembre dello scorso anno dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, dopo essere stato annunciato dal Santo Padre nella visita a Loreto del 25 marzo 2019, quando ha firmato in Santa Casa l’Esortazione Apostolica post-sinodale Christus Vivit.

Un Giubileo anche itinerante: già Bologna, Ancona, Bari, Cagliari, Milano Linate, Palermo, Pescara, Roma Fiumicino hanno ospitato l’effigie; prossime tappe l’aeroporto di Catania, dal 14 dicembre 2020 al 7 gennaio 2021, e quello di Genova, dal 7 al 21 gennaio 2021. Nei mesi successivi la peregrinatio raggiungerà gli scali di Bergamo Orio al Serio, Firenze, Milano Malpensa, Napoli, Perugia, Reggio Calabria, Torino Caselle, Trieste Ronchi dei Legionari, Venezia e Verona Villafranca.
Oggi, con la solenne celebrazione nel Santuario della Santa Casa, presieduto da monsignor Fabio Dal Cin, si è chiuso l’annuale triduo delle feste mariane in un clima di preghiera e di speranza, nonostante le consuete limitazioni. L’arcivescovo prelato, nell’omelia, ha esortato devoti e fedeli a guardare dalla parte giusta, avere uno sguardo più ampio, e a saper “volare alto” per accorgersi che da lì, da dove guarda Dio, le barriere, i muri, i recinti, non esistono. Nessuno vola più in alto di chi, accogliendo Cristo nella propria vita, si fa costruttore di pace, di comunione, di giustizia, di Bene; per tutti, a cominciare da quelli della propria casa. Il riferimento è all’auspicio “nel sollevarci in volo si elevi in alto anche il nostro spirito” contenuto nella preghiera composta dal Santo Padre e pubblicata nella lettera d’indizione del Giubileo straordinario.

Il sì di Maria all’Angelo, “il ‘sì’ dell’obbedienza al servizio, detto senza indugio e trasformato in azione, racchiude i tanti ‘sì’ dei militari dell’Aereonautica pronunciati ogni volta che è stata interpellata la vostra abilità di gestire emergenze e la creatività della professionalità vostra”. Lo ha detto l’Ordinario militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò, nell’omelia della celebrazione eucaristica, in Santa Maria Maggiore a Roma, nel giorno di festa per l’Aeronautica. L’arcivescovo castrense ha fatto anche riferimento al delicato compito assegnato all’aeroporto di Pratica di Mare e ai militari dell’Arma azzurra per la conservazione e distribuzione dei vaccini anti-Covid. “Qualora le forze fisiche o psicologiche non sembrassero sufficienti – ha concluso Marcianò – contate sulla vicinanza della Madre!”.
Era la notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1294, quando, secondo la tradizione, la Santa Casa di Nazareth giunse sul colle lauretano, prodigiosamente in volo, accompagnata dagli angeli.
Da allora un lembo di Terrasanta è posato nel cuore d’Italia.

Uno spazio sacro semplice e straordinario, dove Maria ricevette l’Annuncio inaudito. Hic Verbum Caro Factum est, qui il Verbo si è fatto carne, è la frase che appare al fedele nell’entrare tra le sacre pareti.
La Santa Casa testimonia e dona quotidianamente ai pellegrini la certezza che vivere rispondendo Sì alla chiamata di Dio è scegliere, come Maria, la gioia che nulla e nessuno potranno toglierci.
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