Mons. Giuseppe Satriano sarà il nuovo arcivescovo metropolita della diocesi di Bari-Bitonto. Papa Francesco lo ha nominato dopo aver accettato la rinuncia per raggiunti limiti di età di mons. Francesco Cacucci, pastore nel capoluogo pugliese dall’8 settembre 1999.
Mons. Satriano, nato a Brindisi 60 anni fa, ordinato presbitero il 28 settembre 1985 per l’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, è vescovo di Rossano-Cariati(Cosenza).
Eletto il 15 luglio 2014, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 3 ottobre successivo. È Segretario della Commissione per l’Evangelizzazione dei Popoli e la Cooperazione tra le Chiese della CEI. È stato Vicario Generale, Vicario Episcopale per il Clero e la Vita Consacrata, Segretario Generale del Sinodo Diocesano, Delegato del Consiglio Affari Economici, presidente della Commissione per la Dottrina della Fede, l’Annuncio e la Catechesi della Conferenza episcopale regionale.

Nella Lettera Pastorale diffusa in questi giorni è scritto:
“L’esperienza della Chiesa domestica, che il Nuovo Testamento ci consegna, sembra essere un orizzonte possibile e stimolante per ripensare i nostri vissuti ecclesiali. È la forza della Parola vissuta e annunciata che apre la Storia e fa crescere la Chiesa. Chiediamo allo Spirito di conservare nova et vetera e mettiamoci al lavoro per ripensare e rivisitare una pastorale che sappia individuare modalità e forme diverse d’incontro”.

“MISERICORDIAS DOMINI CANTABO”, è il suo motto, tratto dal Salmo 89 (88): canterò le misericordie del Signore.
Nello stemma, l’azzurro del fondo è il colore del cielo e del mistero di Dio che in Cristo è divenuto tutt’uno con il mistero dell’uomo. La stella rappresenta Maria Santissima, invocata dal popolo cristiano in cammino come Stella matutina e Stella maris. Le otto punte della stella rappresentano la perfezione e lo splendore propri di Dio che in Lei trovano pieno riflesso. La croce gemmata indica il mistero pasquale: la morte e la risurrezione di Cristo. Gemme e oro simboleggiano il prezzo del nostro riscatto, il corpo del Crocifisso, che i primi cristiani evitavano di rappresentare.