Dopo la gioia corale per la liberazione di Ingrid Bétancourt, le Organizzazioni non governative italiane chiedono attenzione per chi resta tuttora vittima di sequestro di persona.
L’ultimo caso, di due giorni fa, è quello di cinque operatori umanitari, tra i quali una donna, rapiti in Somalia. Fanno parte della Ong italiana Water for life e sono tutti di nazionalità somala.
Nell’appello è scritto tra l’altro: “Chiediamo l’immediata liberazione di tutti i rapiti. Noi ONG italiane presenti in Somalia da molti anni per garantire cure mediche, istruzione, acqua potabile, assistenza e aiuto agli sfollati, sviluppo agricolo e zootectico rivolgiamo un nuovo appello a tutti i Somali, in Somalia o all’estero.
La Somalia non può accettare che questa crudeltà continui, impedendo ogni tentativo di portare aiuto e sostegno alle popolazioni, distruggendo ogni sforzo per riportare la pace. Nessun Paese, nessuna comunità può esistere se viene dominata dalla criminalità e dalla paura.
Noi ci siamo e continueremo ad essere al vostro fianco: potremo farlo solo di fronte ad una forte e decisa reazione di tutti i somali contro questo dilagare di criminalità e disumanità”.
Nel Paese africano i sequestri di persona sono divenuti un’arma frequente. Ne viene colpito personale italiano e internazionale, ma anche lavoratori del posto. L’appello delle Ong cita i nomi degli ultimi rapiti: Mohamud Abdi Aden, Faaduma Suldaan Abdirahman, Abdirahman Yusuf Arale, Hassan Mohamed Ali, Murray Watson, Patrik Amukhuma. Gli italiani Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini sono nelle mani dei sequestratori dal 21 maggio.