Tradotti anche in lingua ungherese i sette volumi della Collana ‘Le Lettere di Padre Pio’, pubblicati dalle Edizioni San Paolo a cura di P.Gianluigi Pasquale, preside dello Studio Teologico Laurentianum dei Cappuccini di Venezia.
L’ultimo libro, Padre Pio. San Paolo modello del vero cristiano, è stato recensito da mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la cultura. “La spiritualità di Paolo –ha scritto su Avvenire Ravasi- diventa un modello di dedizione totale e di affidamento al disegno di Dio sulla storia, una modalità espressiva nel parlare di Dio e nel parlare a Dio, che entra nel ritmo stesso della scrittura del santo di Pietrelcina. Padre Pio, infatti, subisce il fascino degli scritti dell’Apostolo al punto da assimilarne il pensiero e il modo di scrivere”.
Dopo inglese, portoghese, ceco, lituano, polacco e spagnolo, la traduzione in magiaro consolida uno stretto legame. Alla Provincia Veneta, infatti, è affidata dal 2002, anno della canonizzazione di San Pio, la responsabilità della Delegazione Ungherese. E sbocciano le prime vocazioni: tre giovani ungheresi hanno seguito le orme di Francesco d’Assisi e di Padre Pio, formandosi presso lo Studio Teologico Laurentianum.
Nonostante una gloriosa tradizione che risale al 1585 (erano frati cappuccini i cappellani dell’esercito che combatteva allora contro i Turchi), nel 1950 il regime comunista soppresse la vita religiosa. Nel 1989 il decreto liberticida venne revocato, e la circoscrizione di Ungheria consta oggi di undici frati in due conventi: Budapest e Mor.