Prendendo spunto dal brano giovanneo del dono dello Spirito Santo ai discepoli da parte di Gesù risorto la sera di Pasqua, il Papa ha proseguito la catechesi sul sacramento della Confermazione, evidenziando gli effetti che il dono dello Spirito fa maturare.
Lo Spirito Santo, ha detto il Papa, è un dono che entra in noi affinché lo facciamo fruttificare e possiamo darlo agli altri. Nella vita cristiana, ha quindi osservato, è sempre un «ricevere per dare», non è mai un ricevere per «avere le cose dentro come se l’anima fosse un magazzino».
La Confermazione, ha ricordato Francesco, unisce i battezzati più fortemente alla Chiesa. invitando a «pensare alla Chiesa come un organismo vivo composto di persone che conosciamo e con cui camminiamo».
Questa «incorporazione ecclesiale» è ben significata dal segno di pace che conclude il rito e che «dobbiamo dare agli altri».
Francesco ha poi messo in guardia dal peccato di sparlare degli altri: «Le chiacchiere sono guerre». Noi dobbiamo invece essere uomini e donne di pace, altrimenti «povero Spirito Santo, che lavoro che ha con noi». «Per favore – insiste il Papa – smettiamola di chiacchierare».
«Esorto dunque i cresimati a non ingabbiare lo Spirito Santo – ha concluso Francesco – per spingerli a camminare in libertà».