Dopo l’ipotesi di tagli al fondo per la Cooperazione internazionale (circa 50 milioni di euro in meno), le Organizzazioni non governative italiane rammentano al Governo e all’opinione pubblica i troppi impegni disattesi.
“Ci risiamo –afferma Sergio Marelli, presidente dell’associazione Ong italiane che raccoglie circa 160 organizzazioni- E’ora di finirla con le guerre tra poveri: le risorse ci sono sia nei bilanci pubblici sia nei cospicui redditi di alcuni italiani. Oggi ci sono manager di aziende pubbliche che guadagnano in due giorni quanto un operaio in un anno: si inizi a prelevare da questi ricchi cassetti i soldi necessari a garantire servizi efficienti a tutti i cittadini“.
intanto il ministro degli Esteri D’Alema ha indirizzato, nell’ambito dei lavori della Commissione congiunta Bilancio – Affari Sociali, una lettera al collega Padoa Schioppa lamentando la mancata consultazione del suo dicastero sulla decisione del taglio, e denunciando come con questo eventuale provvedimento si metta a repentaglio la credibilità internazionale dell’Italia.
“La politica di cooperazione è di competenza del ministero degli Esteri -aggiunge Marelli – Iniziamo a dubitare che l’averci dato una vice ministra per la Cooperazione sia stato un contentino di facciata, visto che poi la si priva delle risorse minime per poter lavorare. Il Governo Prodi utilizza lo stesso metodo del Governo Berlusconi: tagliare ad ogni minima esigenza dai fondi della cooperazione internazionale, anche se in campagna elettorale gli aiuti ai paesi poveri erano stai assunti tra le priorità. Ci chiediamo –conclude il presidente delle Ong italiane- con che faccia il Presidente del Consiglio si presenterà al prossimo G8 a Berlino. Il Governo si vanta di avere un tesoretto: si utilizzino quei fondi sia per il risanamento della spesa sanitaria, sia per incrementare i fondi della cooperazione”.