La Comunità Sampietro di Voghera (Pv), gestita dall’associazione “Roveto Ardente”, si dedica in particolare alla cura e all’assistenza di giovani vittime della droga o di altre forme di dipendenza. Ai microfoni di Radio padre Pio ne abbiamo parlato con S. Ecc. Mons. Martino Canessa Vescovo della Diocesi di Voghera – Tortona e Vincenzo Lista Presidente dell’Associazione “Roveto Ardente” .
“La comunità ha sede provvisoriamente presso la tenuta Meardi, proprietà dell’Istituto per il sostentamento del clero di Tortona – ha ricordato Mons. Canessa – ma è in fase di ultimazione una nuova ala che ospiterà definitivamente gli utenti della comunità. L’Associazione è stata fondata nel 1987 per volere di Madre Chiarina Sampietro,(nella foto) Madre Canossiana la quale, animata dai valori della fede cristiana, ha ritenuto opportuno usufruire delle sedi per il recupero di tossicodipendenti dandogli il nome di Comunità Sampietro e Centro Diurno Chiarina. In questi anni l’Associazione ha portato avanti le opere iniziate dalla Suora, cercando di rispettarne lo spirito: Mosè si incontra con Dio presente nel “roveto ardente”, un Dio che lo chiama perché ha ascoltato i lamenti del suo popolo, reso schiavo dalle proprie colpe e dall’Egitto e nella misericordia del suo infinito amore vuole inviargli un liberatore. Questo spiega le due finalità principali che si propone l’Associazione in quanto offre agli aderenti la possibilità di un più approfondito incontro con Dio per un conseguente servizio prestato ai fratelli più bisognosi. Per favorire l’attività lavorativa degli utenti, la struttura comunitaria e quella diurna si sono dotate di alcuni laboratori: la carpenteria, il restauro, il laboratorio cornici, le serre, la stampa e il laboratorio di grafica. In entrambe le sedi è valorizzato il lavoro di gruppo. Questo aspetto è privilegiato perchè è considerato un’occasione valida ed efficace di confronto per migliorare la relazione con gli altri. Per loro l’associazione ha iniziato con molta fatica e dedizione un progetto terapeutico di “doppia diagnosi”. All’interno delle strutture – ha concluso Vincenzo Lista – le attività sono gestite da educatori professionali, il cui lavoro e condurre gli utenti alla migliore espressione di sè, considerata il prodotto di una ricerca di relazioni significative, stabili e corrette. Durante il programma di recupero e di reinserimento sociale agli ospiti è offerto il sostegno psicologico ed emotivo, per aiutare i giovani che mirano al reinserimento sociale ad affrontarle con le loro forze tale delicato processo”.
Info: Tel./Fax. 0383/366816