“Questa volta i media hanno fatto un lavoro straordinario. Il giornalismo italiano, contestualmente all’informazione sui tragici fatti di Londra, ha saputo iniziare il lavoro di cauto apprendimento che prima o poi possa toccare a noi”.
Il sociologo Mario Morcellini, preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università La Sapienza di Roma, giudica, attraverso un intervento ai microfoni di Radio Padre Pio, il comportamento dei media dopo gli ultimi attentati terroristici. “Dissento fortemente, invece, dalle scelte della Bbc, poi imitata, peraltro, da molti. Non mostrare le immagini è una forma di finto perbenismo, così come dire che non far vedere i cadaveri è una vittoria contro i terroristi: la gente, al contrario, ha diritto, soprattutto nella nostra società, alla comunicazione, immagini comprese. Non è tollerabile che qualcuno si riservi il diritto di dosare le notizie, per due motivi. Uno di principio(no ai filtri, sì alla mediazione giornalistica), l’altro puramente pragmatico: se la gente comincia a percepire la censura, l’allarme cresce”. L’Italia comunque, secondo Morcellini, ha bisogno di costruirsi una propria capacità di rispondere e reagire: “non è una novità che il nostro sia un Paese esposto alla minaccia terroristica. Occorre, anche dal punto di vista sociale e culturale, un lavoro di intelligence: dare sostegno, fare compagnia alle persone nel momento del bisogno e della paura. E i media possono e devono svolgere questo compito, anche come guida alla percezione collettiva del sacrificio e della paura. Gli italiani sono un popolo che ne ha viste di tutti i colori, che ha capacità di adeguarsi ai contesti, magari con una certa dose di individualismo e di vittimismo: nei momenti di crisi, questo è un Paese che sa dare risposte ricche e significative”.