Semper eadem: sempre la stessa.
E’ il motto della Fenice, uccello mitologico che ha attraversato, nei millenni, tutte le culture, in Oriente ed Occidente.
A questo mito, tra i più diffusi ma anche tra i più misteriosi per la molteplicità dei significati e delle interpretazioni, è intitolato a Venezia uno dei più celebri luoghi di cultura del mondo.
La Fondazione Teatro La Fenice, tornata in piena attività dopo l’incendio del 29 gennaio 1996, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini, ha voluto dedicare a questo ricco ed affascinante simbolo una mostra, che si aprirà domani nelle Sale Apollinee del Nuovo Teatro La Fenice.
Fino al 2 aprile, tutti i giorni(compreso il lunedì), saranno a disposizione del pubblico pezzi provenienti da ogni parte del mondo: raffigurazioni del soggetto nelle sue varianti occidentali e in quelle orientali.
Tra le tante opere, provenienti da enti ed istituzioni museali italiani e stranieri, saranno esposti geroglifici e pitture egiziane, statue, mosaici, monete e sigilli antichi, bestiari cristiani miniati, libri di alchimia, stemmi, marchi tipografici. La sezione orientale comprenderà in particolare vasi, bronzi, maschere, arazzi e tappeti.
I curatori della mostra e del catalogo, edito da Marsilio, sono Francesco Zambon, direttore dell’Istituto per le Lettere, il Teatro ed il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini, ed Alessandro Grossato, docente di storia e cultura dei Paesi Islamici presso l’Università di Padova ed autore di una nuova teoria sull’origine sciamanica della Fenice, che ai microfoni di Radio Padre Pio ha ricordato: “E’ un simbolo che unifica tutte le varie culture dell’Eurasia”.