Nel giorno della Memoria, in cui anche l’Italia risuona di appelli contro la violenza e in favore dei diritti e della dignità dell’uomo, Amnesty International denuncia la preoccupante lentezza con cui il Parlamento sta affrontando il tema della tortura, e rilancia la richiesta di una sollecita introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano.
“Dopo la brutta figura dei mesi scorsi, del voto in base al quale vi sarebbe stato reato di tortura solo in presenza di un atto reiterato(cioè ripetuto più di una volta), ci saremmo aspettati uno scatto di orgoglio da parte del Parlamento italiano, con una condanna rapida e decisa di questa pratica inumana– ha dichiarato Marco Bertotto, presidente di Amnesty International Italia– Invece, dopo quattro anni, siamo ancora in attesa che si pronunci la commissione Giustizia della Camera. Dopodiché la legge dovrà superare l’esame dell’Aula, e successivamente approdare in Senato. Il Parlamento è inadempiente anche di fronte alle centinaia di migliaia di cittadini che hanno firmato gli appelli rivolti ai presidenti di Camera e Senato e al presidente del Consiglio Berlusconi”.
Nel corso dell’attuale Legislatura(la XIV), sopratutto in seguito alle iniziative di Amnesty International e di altre associazioni, sono state presentate in merito alla Camera ed al Senato otto proposte di legge sottoscritte da tutti i gruppi parlamentari.
La commissione Giustizia della Camera(nella foto) ha iniziato l’esame nell’aprile 2002, con tempi di analisi e discussione dei testi particolarmente dilatati.
Il 22 aprile dello scorso anno, l’Aula della Camera ha approvato un emendamento, da più parti giudicato inaccettabile, che introduce l’elemento della reiterazione nella definizione di tortura, lasciando di fatto impunita la ‘prima volta’.
Il testo è stato inviato nuovamente in commissione Giustizia, dove giace ormai da nove mesi.