L’italiani rischiano di diventare un popolo di smemorati.
Parola del professor Stefano Pallanti, psichiatra e direttore dell’Istituto di neuroscienze di Firenze, che basandosi su alcuni recenti studi e dati, ha affermato che siamo diventati disattenti e facciamo un po’ troppo affidamento alle tecnologie.
“Una volta – ha detto il prof. Pallanti, ospite ai microfoni di Radio Padre Pio – a Firenze non era difficile trovare qualcuno che conoscesse a memoria la Divina Commedia. Ora sarebbe impensabile, sopratutto dopo che a scuola si è sminuita l’importanza di memorizzare poesie e testi a memoria. Viviamo tempi in cui utilizziamo la memoria, bene prezioso ed insostituibile, più per cancellare che per ricordare. Una data, un numero di telefono, un appuntamento di lavoro, meglio registrarli su un palmare o sul cellulare che ricordarli a memoria. Anche se, e questo è bene sottolinearlo, ci sono ricordi ed emozioni che è impossibile cancellare, sopratutto se legati a persone amate.”
E i corsi per potenziare e migliorare le nostre capacità mnemoniche funzionano?
“Esistono – ha concluso Pallanti – tecniche che possono aumentare la capacità di ricordare, anche se alcune ricerche hanno dimostrato che la benzina per la nostra memoria è l’affetto.”
Come ci insegna Marcel Proust e la sua famosa “madeleine”