Alla vigilia del summit del Consiglio dell’Unione Europea in programma a Bruxelles, Amnesty International ha inviato una lettera aperta ai venticinque capi di Stato e di governo in cui sollecita l’Ue a “essere all’altezza della propria ambizione di promuovere i diritti umani” attraverso politiche efficaci, che risultino coerenti e siano sostenute da adeguate risorse.
Non mancano critiche più specifiche, ad esempio sui contenuti del cosiddetto Programma dell’Aja(la cui adozione è prevista in questo vertice), che delinea per l’Unione una politica quinquennale definita “indeterminata e incoerente, laddove descrive le strutture e gli strumenti necessari per garantire i diritti fondamentali e non prevede risorse adeguate”.
Tra i principali temi sollevati da Amnesty, le garanzie comuni in materia di procedimenti penali, le direttive sul diritto d’asilo, il rapporto tra la lotta all’immigrazione clandestina e l’assistenza umanitaria.
Inoltre, l’associazione fa notare che nel documento programmatico dell’Aja le condizioni per la cooperazione dei paesi terzi sono state ammorbidite con il cambio della formulazione(da ‘seguire gli obblighi della Convenzione di Ginevra’ ad un vago ‘dimostrare il sincero impegno a seguire gli obblighi’), a tutto discapito del rispetto dei diritti fondamentali.