“Migrazioni : Vangelo, solidarietà, legalità”.
E’ il tema della 90°Giornata Nazionale che sarà
celebrata domenica 16 novembre 2003 .
La prima si celebrò nel 1914 con il Pontificato di San Pio X.Scopo primo era di rendere solidale tutta la Chiesa con chi era costretto a lasciare la patria. La Giornata si celebra in tutte le Chiese locali e parrocchie d’Italia.
Le manifestazioni, per così dire, centrali si tengono ogni anno in una regione diversa. Quest’anno tocca organizzarle alla Migrantes regionale dell’Emilia Romagna.
“Migrazioni: Vangelo, solidarietà, legalità”: una trilogia che nella Chiesa ci è già familiare – ha dichiarato Padre Bruno Mioli,direttore nazionale del settore ufficio e profughi nella Fondazione Migrantes della CEI – quando si parla di migrazioni.
Vangelo richiama il grande convegno sulla evangelizzazione dei migranti, celebrato nel febbraio scorso a Castelgandolfo con il titolo Tutte le genti verranno a Te. Il convegno ha messo in luce le migrazioni sotto il profilo più alto e più conforme al disegno divino, di essere luogo e via di evangelizzazione ed ha sollecitato la Chiesa italiana a non trascurare questo momento opportuno per vivere in pienezza la sua vocazione missionaria.
Solidarietà sembra una voce più di taglio sociologico ed umanitario, eppure è squisitamente evangelica, strettamente imparentata se non identificata con quelle forme di carità cristiane che si chiamano condivisione ed accoglienza. Si respira in questi anni un clima di saturità e di freddezza, quando non è diffuso pregiudizio ed acritico rigetto nei confronti dello straniero da parte del grande pubblico. Il crollo delle Torri Gemelle e il riesplodere del terrorismo hanno fatto la loro parte. È la forte tentazione di voltare le spalle e di passare oltre da persone di buon senso e si compatisce quell’esercito di volontari che ancora hanno l’ingenuità o l’imprudenza di sostare presso il malcapitato sulla strada da Gerusalemme a Gerico. Ma qui ne va di mezzo non il buon senso, l’autenticità del Vangelo.
E infine legalità ed educazione alla legalità, che vanno coniugate, come autorevoli voci nella Chiesa continuano a ripetere, con solidarietà. E non si può non essere d’accordo. Si può sostenere una ragionevole e, se si vuole, benevola interpretazione della legge, ma non una sua aperta violazione. Dunque un atteggiamento di rispetto, che tuttavia lascia integra la facoltà di fare appello ai diritti umani irrinunciabili di cui Giovanni Paolo II proprio quest’anno è stato riconosciuto il “doctor magnus”. Rimane integra anche la facoltà di denunciare leggi e prassi amministrative che suonano offesa a quei sacrosanti diritti”.