Per contrastare la violenza e le logiche del terrorismo il compito primario, nel lungo periodo, è quello di educare ed educarci alla mondialità, all’interculturalità, alla pace.
Ne è convinto don Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana, che ha organizzato per lunedì 24 e martedì 25 novembre, presso la sua sede, due giorni di confronto dal titolo significativo: ‘Dopo le guerre, il dialogo. Posizioni e prospettive per la Caritas nell’area mediorientale, Terra Santa, Iraq, Iran, Afghanistan’. Tra gli ospiti, Mons. Khaled Akasheh, segretario della Commissione per i rapporti con i musulmani del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Mario Scialoja, ambasciatore e direttore della sezione italiana della Lega musulmana mondiale, e Laura Boldriniportavoce dell’ UNHCR(alto commissariato Onu per i rifugiati).
L’obiettivo è quello di approfondire dal punto di vista culturale e religioso, istituzionale e politico l’attuale scenario e il ruolo degli organismi internazionali, a partire dalla presenza e dai progetti in atto nelle principali aree di crisi.
In Iraq, grazie al piano di interventi di 5 milioni di euro della rete internazionale Caritas, proseguono i progetti di accompagnamento della chiesa locale negli ambiti: idrico, sanitario, alimentare, ricostruzione, sviluppo, tutela dei diritti umani e delle minoranze, con un’attenzione specifica alla pace e alla riconciliazione.
In Terra Santa, a partire dal febbraio di quest’anno, Caritas Italiana ha messo a disposizione di Caritas Gerusalemme un proprio operatore e si è impegnata nella promozione di un progetto che. prevede l’ampliamento del poliambulatorio già esistente e che ospiterà anche un centro di formazione. Ne beneficeranno circa 23.000 persone.