Dop(denominazione d’origine protetta) e Igp(indicazione geografica protetta): sigle che per i prodotti agroalimentari sono sinonimo di qualità, su tutto il territorio europeo.
Per l’Italia è in arrivo un nuovo primato.
Entro la fine dell’anno infatti saliranno a 145 le specialità nazionali riconosciute dall’Unione Europea; in percentuale, circa il 20 per cento del totale dei prodotti comunitari, che sono ad oggi 641.
Al secondo posto la Francia, con 132.
Nel nostro paese i formaggi rappresentano il gruppo leader con 30 denominazioni, seguiti dall’ortofrutta e cereali con 28, dalle carni fresche e trasformate con 26, e dagli olii extravergini d’oliva con 24.
Intanto una ricerca Cirm, commissionata da Coldiretti, indica che gli italiani sono sempre più informati su ciò che mettono a tavola: due italiani su dieci consumano regolarmente prodotti a denominazione d’origine protetta, quattro qualche volta e due raramente. Solo 6 persone su cento non ne hanno mai sentito parlare.
Il marchio Dop, secondo la normativa comunitaria, è attribuito ai prodotti agricoli e alimentari le cui caratteristiche siano dovute essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico(inteso come comprensivo dei fattori naturali e umani) e la cui produzione, trasformazione e elaborazione avvenga nel luogo di origine. Tutte le fasi del processo produttivo sono realizzate in un’area geografica delimitata.