Lucio Battisti, il musicista italiano più amato dai jazzisti non ha mai amato il jazz.
Basandosi su questa contraddizione, la giornalista Francesca Bellino ha scritto il libro “Non sarà un’avventura. Lucio Battisti e il jazz italiano” (ed. Elleu).
“Sembrerà strano, ma questo paradosso emerge dalle interviste realizzate ai jazzisti ed inserite all’interno del mio libro – ha detto Francesca Bellino ospite di Radio Padre Pio – negli ultimi vent’anni il jazz italiano si è ispirato alla tradizione della canzone popolare e il più rivisitato e interpretato risulta essere Lucio Battisti, forse per una gesto d’affetto o per la voglia di fare rivivere ancora la sua musica. Eppure scovando nei gusti musicali del passato dell’artista Battisti non c’è alcun amore per i dischi di jazz, questo probabilmente perché era una musica incomprensibile, complicata ma sopratutto dettata dall’improvvisazione, mentre Battisti amava la perfezione nell’esecuzione dei suoi pezzi. Ritengo abbastanza naturale l’avvicinamento dei jazzisti a Battisti perché hanno sentito l’esigenza di staccarsi dalla cultura americana e riappropriarsi a quella italiana e Lucio Battisti rappresenta la cultura musicale italiana appieno.
Il libro di Francesca Bellino raccoglie le testimonianze di alcuni dei più importanti musicisti jazz italiani, da Giorgio Gaslini a Stefano Bollani a Enrico Rava.