La Sezione italiana di Amnesty International accoglie con soddisfazione l’approvazione odierna, da parte di tutti i gruppi politici della Camera dei deputati, del disegno di legge che introduce nel Codice penale il reato di tortura.
L’Italia fin dal 1987 aveva ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, obbligandosi ad adattare l’ordinamento con l’introduzione di uno specifico reato.
“Speriamo che questa legge non debba mai essere applicata -ha dichiarato
Paolo Pobbiati, presidente Amnesty- Ma la tortura non e’ estranea neanche ai paesi democratici, e le leggi del nostro paese non possono permettersi di non avere gli strumenti necessari per contrastarla”.
Amnesty auspica una rapida approvazione in Senato del disegno di legge che, con il sì di Palazzo Madama, diverrà l’articolo 613-bis del Codice penale.
Il testo prevede la reclusione da 3 a 12 anni per ‘chiunque con violenza o minacce gravi infligge ad una persona forti sofferenze fisiche o mentali allo scopo di ottenere da essa, o da una terza persona, informazioni o confessioni su un atto che essa stessa o una terza persona ha compiuto o è sospettato di aver compiuto. Ovvero allo scopo di punire una persona per l’atto dalla stessa o da una terza persona compiuto o è sospettato d’aver compiuto ovvero per motivi di discriminazione razziale, politica, religiosa o sessuale’.
Se il reato di tortura viene commesso da un pubblico ufficiale, o se dal fatto deriva una lesione grave o gravissima la pena aumenta; raddoppia se causa la morte del torturato.