Ore 3.32, 308 le vittime di quella immane tragedia che ha colpito la terra d’Abruzzo il 6 aprile del 2009.
Tanti sono stati i volontari che hanno prestato il loro aiuto a quella popolazione. Due di loro nei nostri studi hanno lasciato la loro testimonianza. Sara e Adriana seppur giovanissime hanno tanto da raccontare. Dopo questa esperienza sono tornate a casa arricchite. Il tesoro che raccolgono tutti coloro che donano agli altri il loro tempo e il loro aiuto è anche quello che testimoniano tutti coloro che si impegnano per gli altri. Emerge da questa tragedia la forza dei giovani che si danno da fare e la speranza della gente del posto colpita nel profondo. Sono partiti dal Gargano in tanti, era metà agosto, circa quattro mesi dopo il terremoto. Avevano forse volato troppo con la fantasia, pensando di risolvere in gran parte la situazione togliendo “solo” le macerie ma così non fu. La realtà era un’altra. Sara e Adriana hanno raccontato che l’urgenza era risollevare sopratutto l’umore dei bambini. E così si occuparono, grazie anche alla loro giovane età, principalmente dei piccoli del posto, tenendo loro compagnia, facendoli giocare, donando loro un sorriso. Di questo avevano bisogno in quel momento e non era affatto facile. Giochi, divertimento, ma anche compagnia, riflessioni alla sera con gli adulti. Anche loro ne avevano bisogno. Tutto questo è avvenuto grazie anche al sostegno dei parroci. Sono stati loro la macchina organizzatrice per andare a seminare speranza e qualche sorriso dopo l’ennesima vicenda triste che ha colpito tutto il popolo italiano. È questa la bellezza del volontariato.