«La nascita di Gesù è motivo di speranza per tutti gli uomini, soprattutto per quanti vedono offesa la propria dignità». E’cominciata così la domenica di Tele Radio Padre Pio, con le parole di Papa Benedetto XI pronunciate il giorno di Natale, dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro, nel suo tradizionale Messaggio di Natale. Luogo dal quale il pontefice ha levato un vibrante appello per la pace, violata in tante aree del mondo, ed ha rivolto parole di incoraggiamento ai cristiani perseguitati «affinché non si perdano d’animo per le limitazioni alla loro libertà di religione e di coscienza e, perseverando nella fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa, mantengano viva la fiamma della speranza». Durante la trasmissione televisiva “Riscopriamo la Domenica” si è dato riscontro delle celebrazioni di Betlemme, San Pietro e San Giovanni Rotondo.
A Betlemme, la Santa Messa di mezzanotte nella Basilica di Santa Caterina è stata presieduta dal Patriarca Latino di Gerusalemme Fouad Twal e concelebrata da una cinquantina di sacerdoti in una chiesa stracolma di gente. «In un mondo dilaniato dalla violenza e dal fondamentalismo che legittima le peggiori azioni, anche le uccisioni nelle chiese, il Bambino di Betlemme ci ricorda che il primo comandamento è l’Amore – ha detto nell’omelia il Pastore della Chiesa madre di Gerusalemme», invitando poi i fedeli a guardare alla Famiglia di Nazareth come a un esempio di unità e amore. La celebrazione è terminata con la processione nella Grotta della Natività: il Patriarca vi ha portato la statua del Bambinello, per porlo nel luogo in cui avvenne la storica nascita. Nella Grotta per tutta la notte si sono alternate celebrazioni di Sante Messe, presso l’altare della mangiatoia.
Grande partecipazione di fedeli ha caratterizzato la messa del 24 dicembre di san Giovanni Rotondo. Nella notte come di tradizione fr. Fedele, in un’atmosfera suggestiva ed emozionante, nella chiesetta antica di Santa Maria delle Grazie, ha consegnato nelle mani di fr. Carlo Maria Laborde, guardiano del convento di San Giovanni Rotondo, il Bambino Gesù. Da qui processionalmente, il guardiano l’ha portata nella chiesa più grande dove era riunita l’assemblea dei fedeli e l’ha collocata dinanzi al presbiterio. Una consuetudine che ricorda il Natale di Padre Pio con la «lunga processione dal coro alla chiesa, attraverso i corridoi e il chiostro del convento. Una processione – ricordava fr. Gerardo di Flumeri – che sembrava il corteo di tutta l’umanità, che da sempre va incontro al Cristo che viene. Mentre passavamo, tra due ali di folla, lieta e chiassona, notai che gli occhi di tutti erano rivolti a Lui: al Pargolo divino tra le braccia del Padre stigmatizzato. E le mani si protendevano a toccarLo: mani delicate di bimbi innocenti, mani gentili di donne devote, mani incallite di operai dei campi. Tutti volevano vedere e toccare Colui, “per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte”».
In San Pietro il Papa nella messa di mezzanotte ha ribadito che «questo re non ha bisogno di consiglieri appartenenti ai sapienti del mondo. Egli porta in se stesso la sapienza e il consiglio di Dio. Proprio nella debolezza dell’essere bambino Egli è il Dio forte e ci mostra così, di fronte ai poteri millantatori del mondo, la fortezza propria di Dio».
Nel giorno di Natale, Betlemme ha registrato un record di presenze. Enormi folle di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, sono giunti nella cittadina della Cisgiordania per vivere la nascita di Gesù, proprio nel luogo dove tutto ebbe inizio.
Anche nella cittadina del Gargano numerosi sono stati i fedeli che hanno partecipato alle diverse celebrazioni. In mattinata il rettore del santuario, fr. Francesco Di Leo, durante l’omelia della Messa delle 11.30 ha sottolineato come «il ricordo solenne di quanto il Signore ha fatto per noi nel Mistero della sua Incarnazione ci tocca il cuore. Egli – ha continuato fr. Francesco – si è fatto carne per farci come lui. Misterioso scambio che ci ha redenti. Con il Bambino Gesù è entrata definitivamente la Luce vera nel mondo». Un pensiero ripreso nella Santa Messa delle ore 18 da S. Ecc. Mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. «La nascita del bambino ha portato luce e speranza a quanti lo attendevano trepidanti – ha detto l’arcivescovo – Una grande luce apparve sulla terra. Una grande speranza entrò nel cuore di quanti lo attendevano. Nel nascondimento di quella notte santa – ha poi spiegato – si è acceso per ogni uomo una luce splendida e intramontabile. È venuta nel mondo una grande speranza portatrice di felicità».
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