Era il 1980 quando don Mario Pasini, direttore della rivista femminile cattolica Madre, edita a Brescia, ebbe l’intuizione di trasformare la rubrica “Fraternità”, pubblicata dal giornale e dedicata a soddisfare richieste di aiuto, provenienti da più parti e particolarmente dai missionari, in qualche cosa di più organizzato e duraturo.
Nasceva così, su questo impulso di solidarietà, l’associazione “Cuore amico fraternità” destinata a diventare negli anni un punto di riferimento nelle attività di sostegno alle missioni.
L’appoggio al mondo missionario si è tradotto da qualche anno nell’istituzione del “Premio cuore amico, giunto alla XIII edizione.
“Il Premio Cuore amico – ha dichiarato don Secondo Moretti, direttore dell’Associazione, ai microfoni di Tele Radio Padre Pio – ormai è divenuto una sorta di “Nobel” al missionario, ed è giunto alla sua tredicesima edizione.
Il riconoscimento annuale che l’Associazione Cuore Amico Fraternità Onlus assegna ad un religioso, una suora ed un laico è stato istituito nel 1991 , in occasione del decennale di fondazione dell’Associazione, da don Mario Pasini, scomparso lo scorso anno. Il premio, con dotazione di 150.000 Euro, è l’unico riconoscimento del genere a livello nazionale e si pone l’obiettivo di contribuire a far conoscere la preziosissima opera, spesso silenziosa, di migliaia di missionari italiani sparsi nei paesi del sud del mondo.
I premiati di quest’anno sono:
Padre Lorenzo Franzoni, missionario piamartino, nato a Brescia 74 anni fa, 46 trascorsi in Brasile, dove ha aperto tre scuole, officine per formare giovani lavoratori e fondato anche una cooperativa agricola
Suor Fosca Berardi, 78 anni, partì per l’Eritrea nel ’54, dove fondò l’Università di Asmara. Per la missionaria comboniana, la scuola può diventare un potente mezzo di dialogo interreligioso.
Da quando nell’ottobre del 1974 arrivò in Costa d’Avorio, la friulana Ivana Cossar, laica, è impegnata nella lotta all’analfabetismo. Dopo alcuni anni, si è trasferita in Burkina Faso, dove opera attualmente. Il suo impegno si è concretizzato nella raccolta di racconti tradizionali delle popolazioni locali.
Anche se don Mario non è più con noi – conclude don Secondo – resta forte e indelebile l’impronta che egli, che amava definirsi missionario di retrovia, ha voluto dare al premio: un messaggio di speranza per tutti i missionari impegnati nei vari Paesi del mondo, soprattutto in quelli in via di sviluppo; un messaggio di speranza per tutti quegli uomini e quelle donne che hanno il coraggio, la forza e la fede di non arrendersi di fronte a quanto sembra impossibile, ma che sentono il dovere, la necessità di impegnarsi, nel silenzio e nella quotidianità, per dedicare la propria vita a beneficio degli altri, in modo che la giustizia non sia una chimera“.