
Lunedì 19 aprile 2010 fu un giornata intensa ed emozionante. Migliaia di fedeli raggiunsero San Giovanni Rotondo per vivere un momento storico: la solenne Traslazione delle reliquie del corpo di San Pio da Pietrelcina.
Dopo 42 anni Padre Pio lasciava la cripta
Alla mezzanotte del giorno prima, dopo quasi 42 anni, Padre Pio, le cui spoglie erano custodite nell’urna realizzata dall’artista Goudji, lasciarono per la prima volta il luogo della sua sepoltura per sostare dinanzi al presbiterio del Santuario di Santa Maria delle Grazie per poco più di ventiquattro ore. Lo stesso punto in cui, nel 1968, fu adagiato il suo corpo qualche ora dopo la morte e, su cui, per quasi quattro giorni, si posò lo sguardo di migliaia di fedeli che giunsero a San Giovanni Rotondo.

Un evento che venne annunciato solo qualche giorno prima durante una conferenza stampa da S. Ecc. Mons. Michele Castoro arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo. L’arcivescovo spiegò che la traslazione venne decisa “nel rispetto del tradizionale culto delle reliquie che ha caratterizzato la devozione dei fedeli fin dai primi secoli della storia della Chiesa dopo aver ottenuto il rescritto di approvazione della Congregazione delle Cause dei Santi”.
Il 19 aprile 2010
Venne scelto il 19 aprile per un duplice motivo: il quinto anniversario del pontificato di Papa Benedetto XVI e l’inizio del 126° Capitolo della provincia religiosa cappuccina di San’Angelo e Padre Pio.

Padre Pio Tv segui attraverso una lunga diretta l’evento.
Alle 16.30 circa Mons. Castoro al termine della breve preghiera introduttiva ordinò: “procediamo alla traslazione dell’urna contenente le reliquie di San Pio da Pietrelcina nella Chiesa a lui intitolata”. I fedeli che gremivano il sagrato di santa Maria delle Grazie già da alcune ore manifestarono la loro gioia con applausi, invocazioni, preghiere alla vista del sarcofago.
I frati cappuccini a gruppi di dodici si alternavano ad accompagnare l’urna adagiata su un carro particolare, rivestito da una stoffa, formata da diversi tipi di filamento che riproducevano la portantina con la quale i “figli” di San Francesco trasportarono il suo corpo dalla chiesetta della Porziuncola a quella di San Giorgio.

Il rettore del Santuario, fr. Francesco Di Leo, ed il guardiano del convento, fr. Carlo La Borde, guidavano il piccolo drappello di frati. Mentre l’urna attraversava la chiesa a cielo aperto, tra due folle di pellegrini festanti procedendo lentamente, l’emozione per gli oltre diecimila devoti disposti lungo il tragitto era incontenibile.
Nella chiesa di San Pio
Alle 17 l’urna fece il suo ingresso nella Chiesa superiore intitolata al santo cappuccino. Qui l’arcivescovo che guidava il corteo liturgico tenne un breve discorso: “oggi, riuniti intorno alle reliquie di san Pio da Pietrelcina in un ideale abbraccio con tutti i “Gruppi di Preghiera” sparsi nel mondo, siamo chiamati a rinnovare il nostro impegno a diventare sempre più degni della sua paternità spirituale”.

I confratelli di Padre Pio accompagnarono nell’ultimo tratto il sarcofago, attraversando la rampa di accesso alla chiesa inferiore impreziosita dai mosaici realizzati da padre gesuita Marko Ivan Rupnik artista-telolgo di fama internazionale. Fu un crescendo di emozioni. Per la prima volta le reliquie del corpo di Padre Pio varcarono la soglia della chiesa inferiore e vennero collocate nel pilastro centrale della Chiesa.
In un angolo di Paradiso
Subito dopo Mons. Castoro durante l’omelia della Santa Messa spiegò: “siamo in un angolo di Paradiso, non solo per la bellezza artistica dei mosaici, che esprimono un livello alto di arte, ma perché qui tutto ci parla di Gesù! Anzi, qui è Gesù che ci parla, riproponendoci con il linguaggio delle immagini il suo Vangelo.

In questo luogo ci sentiamo proiettati verso la Gerusalemme del Cielo”. Poi la riflessione divenne sollecitazione: «a san Pio abbiamo voluto costruire un sepolcro nuovo, ma desideriamo anche assicurargli che d’ora in poi noi stessi vogliamo vivere da uomini nuovi, vogliamo vivere una vita nuova, con propositi nuovi, per scrutare con occhi nuovi le necessità dei fratelli, secondo il comandamento nuovo, quello dell’amore, per giungere così a cantare un canto nuovo, il canto dei redenti».

Dopo la recita delle Litanie dei santi, l’arcivescovo coadiuvato dall’allora ministro provinciale fr. Aldo Broccato procedette alla chiusura del luogo dove vennero collocate le reliquie di san Pio.
La consacrazione dell’altare
Seguì, quindi, la consacrazione dell’altare della chiesa inferiore: “la stessa traslazione, acquista valore con la dedicazione dell’altare, così come la nuova collocazione di Padre Pio acquista significato nella vita di Cristo e dalla vita di Cristo di cui ci parla in maniera eloquente questa luminosa cripta – aveva detto qualche minuto prima Mons. Castoro – l’altare ci ricorda che la Chiesa nasce e si edifica sulla Roccia che è Gesù Cristo morto e risorto e che dal Costato aperto di Cristo, dalla fenditura nella Roccia, la Chiesa, il Popolo dei battezzati, prende vita e nutrimento”.

Al termine della celebrazione fr. Aldo Broccato lesse un passaggio delle Lodi di Dio Altissimo di Francesco d’Assisi per spiegare quanto riprodotto dal maestro Rupnik e dai suoi allievi nella chiesa inferiore “con il linguaggio dell’arte musiva quanto già san Francesco esprimeva”. Con la consacrazione dell’altare e la collocazione dell’urna del corpo di san Pio nel pilastro centrale dell’edificio – spiegà fr. Aldo – “si dà compimento al rito di dedicazione di questa chiesa. Sia questo luogo, d’ora in poi, il segno di quella corona che Dio gli ha riservato come Servo fedele: la vita nuova in Cristo risorto, che vive e regna nei secoli dei secoli”.

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