«Dove meglio potrò servirti, o Signore, se non nel chiostro e sotto la bandiera del Poverello di Assisi?». Nella lettera del 26 novembre 1922 alla figlia spirituale Nina Campanile, che rappresenta un’eccezionale testimonianza autobiografica, Padre Pio indica queste come le parole che rivolse direttamente a Gesù mentre si interrogava sulla propria vocazione: «Ed egli», prosegue il cappuccino, «vedendo il mio imbarazzo, sorrideva, sorrideva a lungo». La scelta di entrare fra i seguaci di san Francesco era maturata in giovanissima età, colpito dalla figura del frate “cercatore” fra Camillo da Sant’Elia a Pianisi, che periodicamente andava questuando fra i paesi e le campagne. Fu grande la gioia quando, il 6 gennaio del 1903, giorno dell’Epifania, giunto a Morcone (Bn), il giovane Francesco si vide accogliere in convento proprio da fra Camillo che tanto lo aveva impressionato durante la sua adolescenza negli incontri di Piana Romana. La stessa barba nera e fluente…. la stessa dolcezza nelle sue parole… In questo convento Padre Pio passò il primo anno di Noviziato. Un intero anno di penitenze, mortificazioni del corpo, preghiera, meditazione,privazioni… All’epoca il noviziato rappresentava una dura palestra per il corpo e per lo spirito….Un regime di vita dura con una rigida osservanza alla regola dell’obbedienza…. Il noviziato fu un lungo anno di prove, ma le sue sofferenze sono state premiate… Padre Pio voleva che il frate fosse «povero a imitazione di Gesù crocifisso e distaccato da ogni ricchezza; responsabile di tutti i gesti che compie nella propria vita, sopportandone le conseguenze a volte anche penose; di buon esempio agli altri e pieno di carità verso i confratelli». L’abito francescano era per l’umile frate di Pietrelcina il simbolo di tutto ciò. Lui stesso ogni anno ricordava e festeggiava nel suo intimo l’anniversario della vestizione religiosa e ne ringraziava sinceramente il Signore. Il modo più bello per festeggiarlo oggi, in occasione del suo anniversario è meditare sulle sue parole ricche di santità e dolcezza: “Sta molto vicino alla culla di questo grazioso bambino, specialmente in questi santi giorni del suo natalizio. Se ami le ricchezze, qui vi troverai l’oro che i re magi vi lasciarono; se ami il fumo degli onori, qui vi troverai quello dell’incenso, se ami le delicatezze dei sensi, sentirai la mirra odorosa, la quale profuma tutta la santa grotta. Sii ricca d’amore per questo celeste bambino…” (Epist. III)
Pellegrinaggio nazionale dei disabili a San Giovanni Rotondo
Pellegrinaggio nazionale dei disabili a San Giovanni Rotondo nei luoghi di Padre Pio