“Anziché segnare la svolta decisiva per il processo di riforma dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, il Vertice mondiale appena conclusosi a New York si è confermata una laconica reiterazione di generiche promesse già ascoltate e non ancora mantenute”.
Dopo la chiusura dei lavori di New York, le Organizzazioni non governative motivano il giudizio negativo che si preannunciava nei timori espressi alla vigilia.
Molto grave, secondo le Ong italiane, l’attacco al multilateralismo da parte di quei Paesi che hanno anteposto i loro interessi nazionali al successo del summit. “E’ necessario –ha affermato il presidente Sergio Marelli –che i leader mondiali reagiscano fronte a questo fallimento, e dimostrino il loro impegno nella direzione di una partnership globale per lo sviluppo”. Deludente per le Ong anche la posizione dell’Italia, che ha rinunciato ad un ruolo propulsivo preferendo quello di mediatore. “Una posizione che, fatta salva la giusta promozione del Consiglio per i diritti umani e il sostegno per la Peace Building Commission, si conferma ormai logorata da anni di inadempienze difficili da recuperare, nonostante l’annuncio di voler versare al Fondo per la Democrazia lanciato da Bush ben 3 milioni di dollari per il solo 2005. Una promessa che dovrà fare i conti con le risorse inesistenti del nostro Paese, a meno che non si pensi, ancora una volta, di tagliare ulteriormente i fondi della cooperazione”.