A colloquio con Giorgio Campanini, autore del libro “Stare insieme. Alla ricerca di una famiglia conviviale”. (San Paolo editore)
Un volume che rappresenta in qualche modo il punto di arrivo della sua lunga ricerca sulla famiglia. Qual è il filo conduttore? L’idea centrale è rappresentata dalla constatazione della fine di un lungo ciclo, quello della famiglia monogamica nella sua forma occidentale: non nel senso che questo modello appartenga ormai al passato – come pure sostengono alcuni autori con i quali nel volume di entra in dialogo – ma piuttosto nel senso che esso non è più il modello pressoché esclusivo. Il “punto critico” è rappresentato dal matrimonio monogamico stabile, sostituito, in ampie componenti dell’Occidente, ora da convivenze non matrimoniali, ora da relazioni che non coincidono con l’intero corso della vita coniugale (e ciò in relazione alle separazioni e ai divorzi). Siamo dunque di fronte, dopo quello che è stato definito un “invento demografico” ad un “inverno coniugale”… Da questa realtà occorre partire per rifondare quella “famiglia per l’uomo a misura d’uomo” che coincide con l’autentica famiglia cristiana (meglio, dei cristiani).
Quali sono i problemi più seri che le famiglie devono affrontare oggi? Sono essenzialmente quelli legati alla qualità della relazione. Un tempo la persistenza stessa del matrimonio era legata prevalentemente a fattori esterni: dalle pressioni dei gruppi familiari e del contesto sociale al timore della riprovazione sociale (ma con una forte incidenza anche di fattori di ordine economico); oggi il matrimonio perdura nel tempo se è un rapporto qualitativamente significativo e gratificante; se – con una parola invero un poco ambigua è un “matrimonio felice”: dato che per la cultura contemporanea una istituzione che renda “infelici” non è degna di rimanere in vita ed è giusto, e quasi doveroso, abbandonarla… Il problema che si pone alle coppie di oggi è dunque quello di realizzare unioni felici (ragionevolmente felici, al di là dalle neo romantiche visioni della vita coniugale come eterna “luna di miele”). Occorre coniugare un forte impegno per il costante miglioramento della qualità della relazione, ciò che richiede attenzione, pazienza, soprattutto amore, con un sano realismo, quello di chi sa che i matrimoni perfetti non esistono e che la coppia deve ogni giorno misurarsi con i propri limiti ed accettarli.
(continua…)