Celebrato nel duomo Manfredonia il trigesimo di Mons. Michele Castoro
Il cardinal Tarcisio Bertone durate l’omelia ha ricordato che “Mons. Michele Castoro è stato un esemplare sacerdote” impegnato a Roma nel dicastero nella nomina dei vescovi per diversi anni ed “ha offerto il suo contributo di discernimento e di consiglio per la scelta di tanti vescovi della Chiesa di Dio, finché egli stesso è stato prescelto come Vescovo di Oria e poi come Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo“.
Vero vescovo per il gregge
“Vero vescovo per il gregge“. In una profusione di ardente carità pastorale. Il suo testamento stampato sulla bella immagine a cura della diocesi – ha ricordato il cardinale – “è oggetto di meditazione ed interiorizzazione per tutti“. Tutti “abbiamo ammirato le sue virtù, la sua umanità e dolcezza, la sua capacità di vicinanza e sostegno“, cosi da rendere fruttuosa la rete di relazioni spirituali e sociali costruite nel suo servizio pastorale ricambiato da altrettanto affetto da tutti i fedeli, cosi da meritare la “beatitudine del Signore: beati i miti perché avranno in eredità la terra”
Mons. Castoro nel Santuario della Sofferenza
Ed è proprio nella Casa Sollievo della Sofferenza fondata dal cuore magnanimo di San Pio di Pietrelcina che Mons. Castoro è stato stretto contatto “con il mondo della sofferenza e con le sue più svariate situazioni di dolore” portandovi insieme al “balsamo della consolazione” il dono della Scienza nelle più avanzate ricerche cliniche per la cura dei malati. “Nessuno avrebbe immaginato che nel pieno delle sue energie sarebbe stato colpito da una grave malattia che lo avrebbe collocato ancora più in mezzo a quel Santuario della Sofferenza dove in simbiosi con i malati ha testimoniato la tenerezza di Dio ed ha sperimentato l’altra beatitudine: beati quelli che sono nel pianto perché saranno perché saranno Consolati”
Con il suo cuore trafitto dal dolore, “ha potuto raggiungere le profondità della vita, del mistero della vita e della morte” come dice Papa Francesco nell’esortazione Apostolica “Gaudete et exsultate“: saper piangere con gli altri, questo è santità.
Bertone ha inoltre ricordato l’impegno di Castoro con i gruppi di preghiera fondati da Padre Pio è diffusi in tutto il mondo come “centrali di misericordia“: “non si poteva attribuire tale incarico ad uomo più plasmato dalla preghiera di mons Michele, ben convinto che la preghiera è il più alto apostolato che un’anima può esercitare nella Chiesa di Dio, come ha scritto Padre Pio”
Il cardinale ha ricordato “che specialmente nelle telefonate degli ultimi mesi” hanno avuto un “interscambio di amorosa e fiduciosa preghiera”. Nella preghiera si realizza il discernimento delle vie di santità che il Signore ci propone e “Monsignor castoro come modello e animatore di preghiera ha impersonato la prima caratteristica della santità che ha i tratti della sopportazione della pazienza e della mitezza con un cuore pacificato da Cristo pieno di fervore e ricco di speranza“.
Bertone ha concluso la sua riflessione portando a tutta l’arcidiocesi i saluti di Papa Francesco “ancora commosso della visita ai luoghi Santi di Padre Pio e dall’incontro con la Pediatria Oncologica di Casa Sollievo della Sofferenza mi ha incaricato di portare il suo saluto e la sua benedizione insieme al ricordo affettuoso di monsignor Michele”.
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