La Celebrazione della Passione di Gesù
Nel pomeriggio di oggi, Venerdì Santo, il Rettore del Santuario, Fra Francesco Dileo ha presieduto la Celebrazione della Passione del Signore, in ricordo della Passione di Gesù e della sua morte in Croce.
La celebrazione è iniziata in silenzio. Fra Francesco, arrivato dinanzi al presbiterio si è prostrato a terra, per qualche minuto, in silenziosa preghiera.
Giunto alla sede ha pronunciato l’orazione introduttiva, senza saluto o parole di introduzione. Quindi la liturgia della Parola e la lettura della Passione secondo Giovanni.
Durante l’omelia il rettore ha spiegato che “la croce e il luogo dove tutto si compie, il centro della storia”. Cristo con la “sua incarnazione, morte in croce e risurrezione cambia le sorti dell’umanità”, opera il “recupero di quanto perduto”. “Il percorso quaresimale – ha ricordato fra Francesco – che c’è immessi nella celebrazione di questi giorni santi ci ha offerto la possibilità di essere degni figli ed eredi di questo recupero operato da Gesù”. Dalle ceneri del mercoledì santo “stiamo giungendo al fuoco della Pasqua“.
Tutto il contrario di ciò che avviene in natura: “il fuoco produce cenere, noi invece dalla cenere, dalla morte, giungiamo al fuoco della Pasqua, alla vita nuova ed eterna”. La morte di Gesù “ci riguarda da vicino”. Quando stiamo davanti al crocifisso dobbiamo con consapevolezza credere davanti a colui che ha addosso tutto di noi: il volto sfigurato, il dolore, il sangue: tutto ci appartiene.
Non possiamo fermarci solo alla compassione di un uomo giusto. Nel suo dolore c’è anche il nostro. “Non possiamo accontentarci di una contemplazione di lui da estranei dal di fuori, ma dobbiamo avere il coraggio di addentrarci nel mistero.”
Oggi – ha concluso fra Francesco – ognuno di noi è chiamato a sostare sotto la croce perché capire quale sia la sua piaga il suo dolore perché Gesù possa entrarvi e manifestare la sua gloria e la sua liberazione. Quest’ora, l’ora di Gesù è anche la nostra ora. In questo giorno scende sulla Chiesa il silenzio che è carico di Dio e che si estende fino al sabato Santo. Proprio in questo silenzio provvido e fecondo dobbiamo immergerci insieme la vergine Addolorata che ha pianto suo figlio trafitto sulla croce. Che lo ha accolto morto fra le sue braccia ma che anche vissuto con speranza quell’ora santa e terribile”.
Subito dopo è cominciata comincia l’adorazione della Santa Croce svelata in tre momenti, intonando l'”Ecce lignum crucis” (Ecco il legno della croce), a cui i fedeli hanno risposto “Venite adoremus” (Venite adoriamo). Svelata totalmente la croce, essa è stata esposta per il bacio della croce, da parte dei religiosi e dei fedeli. Poi il rito di Comunione. Dal tabernacolo della Chiesetta antica sono state portate le Ostie consacrate la sera prima.
Senza dare alcuna benedizione, il Rettore dopo avere fatto genuflessione alla croce, ha fatto ritorno in sacrestia in silenzio, senza canti o musica.
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Le foto realizzate da Francesco Cuvino sono tratte dall’archivio fotografico di Voce di Padre Pio
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