a) Il sabato santo è il giorno della sepoltura di Gesú e della sua discesa agli inferi, come professiamo nel Credo. b) Inizialmente, il sabato santo fu il giorno tipico del digiuno, per render evidente il passaggio dal digiuno alla gioia festiva. c) Questo giorno, come il venerdí santo, è aliturgico, cioè senza celebrazione eucaristica. (Il termine liturgia, inteso in senso tradizionale, comporta la celebrazione eucaristica). d) È giorno di lutto e di pianto, in quanto la Chiesa si sente vedova, perché le è stato tolto lo sposo. e) Infatti, il luogo sacro è vuoto, spoglio: nessun segno di vita, neppure una luce o candela accesa! f) Dunque, un giorno che potrebbe sembrare vuoto, ma non è cosí, perché questo giorno è pieno di dinamismo pasquale, carico di un’attesa quasi spasmodica di passare dalla solitudine, dal digiuno, dal silenzio alla gioia, al canto, al tripudio. g) Il clima, quindi, del sabato santo corrisponde a quello delle grandi attese, che fanno palpitare, nella profondità, la coscienza umana.
In questo clima di meditazione, mentre ieri vi ho presentato le sette parole, pronunziate da Gesú, nelle sue tre ore di agonia, oggi, vi presento, invece, le sei parole, pronunziate dalla vergine Maria, come troviamo nei vangeli.
Introduzione alle sei parole
a) In generale dalla stessa radice si forma sia il sostativo-aggettivo, sia il verbo. Per esempio, in italiano, dalla radice lod, si forma il sostantivo lode e il verbo lodare, ecc. Questa stessa regola si adopera per la lingua tedesca. Per es. Dalla radice lieb, deriva sia il sostantivo die Liebe = l’amore, che il verbo lieben = amare. Seguendo questa regola, in tedesco dalla radice still, dovrebbe derivare il sostantivo die Stille = il silenzio e, di conseguenza, il verbo stillen dovrebbe significare far silenzio. b) Invece, sapete che significa stillen? Stillen significa succhiare il latte dal seno materno. c) Il silenzio, allora, dovrebbe servire per succhiare il latte dalla parola di Dio. d) Cosa che ha fatto la vergine Maria “conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2, 19; 3, 51).
I) La prima parola: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Lc 1, 34).
a) Queste sono le parole, che la vergine Maria dice all’arcangelo Gabriele. b) La prima parola di Maria, rivolta a Dio, è una domanda. Da tener presente: a) La fermezza e la totalità dell’assenso non escludono, ma esigono un cammino di discernimento, in cui la persona interroga Dio e se stessa. b) Non è avvenuto, forse, per esempio, anche nella vocazione di Mosè e di Geremia? (Es 3, 11; Ger 1, 6). c) Anche il sí di Maria è preceduto dal turbamento e da una domanda di spiegazione.
II) La seconda parola: “Ecco la serva del Signore; si faccia di me come hai detto” (Lc 1, 38).
a) Mentre l’evangelista Luca chiama la vergine, con il nome di Maria e l’angelo come l’“amata gratuitamente e per sempre da Dio”, cioè leisi autodefinisce “serva”: “Ecco la serva del Signore”, perché grazia e servizio racchiudono tutta la sua vita. b) La vita di Maria è stata vissuta in questo semplicissimo schema: ha ricevuto un dono, perciò continua a donarsi. c) Questo è anche lo schema vissuto da Gesú Cristo, venuto come dono del Padre per la vita degli uomini. d) Il dono autentico, se vuol rimanere veramente tale, deve formare un circolo di vita: quello esistente tra Dio e l’uomo, tra l’uomo e il fratello e tra l’uomo e il resto del creato.
III) La terza parola: “Ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc 1, 48).
a) La risposta di Maria agli elogi di sua cugina Elisabetta, è una preghiera: il Magnificat. b) Nelle prime parole, Maria parla di ciò che Dio ha compiuto in lei: “Ha guardato all’umiltà della sua serva”, ma poi parla di ciò che Dio ha compiuto per tutto il popolo. Perché? Il caso personale viene inserito nell’agire costante di Dio, per il bene degli altri. a) Nessuno è fine a se stesso, tutti si deve essere per gli altri! In questa terza parola, vi sono soprattutto questi due insegnamenti. I) In ogni pagina della sacra Scrittura si può notare che la salvezza è tutta appesa all’iniziativa, gratuita, di Dio. II) La salvezza si attua nella storia e tramite la storia degli umili, rovesciando le parti sociali: Dio confonde i sapienti, i potenti, i ricchi, e riempie di beni gli umili e i poveri.
IV) La quarta parola: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Tuo padre e io, addolorati, ti cercavamo” (Lc 2, 48).
a) La quarta è una parola a metà tra la preoccupazione e il rimprovero: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Tuo padre e io, addolorati, ti cercavamo”. Un’osservazione: a) La Madonna, dicendo “tuo padre”, si riferisce a s. Giuseppe. b) Invece, Gesú, dicendo “Padre mio” si riferisce a Dio. (Vi ricordo la risposta di Gesú: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?).
c) Gesú, con questa risposta, afferma il primato della sua appartenenza a Dio. Il comportamento di Maria: a) Anche in questo caso, Maria, come fece con l’arcangelo Gabriele, dopo aver posto la sua domanda, non ribatte, né aggiunge nulla. b) Questa risposta di Gesú è una di quelle che Maria “ha conservato, meditandole nel suo cuore” (Lc 2, 19). c) Sarà, poi, la storia di Gesú, che rivelerà pienamente a Maria il senso!
V) La quinta parola: “Non hanno piú vino” (Gv 2, 3).
In questo episodio, Maria parla due volte. La prima parola è rivolta a Gesú, la seconda ai servi. (Di questa seconda parola, ne parlerò tra poco, nella sesta sua parola). La prima parola è frutto di una discreta, attenta e vigile attenzione a quanto succede. a) Maria non è chiusa in se stessa, ma attenta agli altri. b) Si accorge e previene: “Non hanno piú vino”. (Il vino è simbolo della fedeltà tra Dio e il popolo, della fedeltà coniugale e della nuova ed eterna Alleanza). c) La Madonna coglie il disagio e ne parla a Gesú. d) L’attenzione agli altri diventa preghiera, perciò si ottiene il miracolo.
VI) La sesta parola: “Fate tutto quello che egli vi dirà” (Gv 2, 5).
a) Alla risposta negativa di Gesú: “La mia ora non è ancora arrivata”, Maria non controbatte, come sempre, ma non resta neppure inattiva, perciò, rivolgendosi ai servi, dice: “Fate tutto quello che egli vi dirà”. In questa frase, almeno due significati. I) Primo significato: a) In primo luogo, Maria indirizza a Gesú, perché il suo compito è quello di indirizzare a Gesú, cui si deve obbedienza e accoglienza della sua volontà. b) Il vero discepolo è chi fa qualsiasi cosa Gesú dica. c) Condurre a questa docilità è il compito fondamentale di Maria, come della Chiesa e di ogni cristiano. II) Secondo significato: a) Nello stesso tempo, questa frase sta a dirci la potente intercessione della Madonna, che ordina, come se Gesú le avesse risposto positivamente. b) Sembra che la Madonna, in questo caso, per il bene e la felicità degli sposi, forzi suo figlio Gesú.
Conclusione
O vergine Maria, sono sei le parole, che i vangeli ci tramandano, ma chissà quanti discorsi hai fatto con il tuo dolce Gesú! Tuttavia, tu che sei la donna del silenzio, ci hai insegnato che solo ascoltando si può apprendere. Aiutaci a far silenzio dentro e intorno a noi, per poterci nutrire al seno della parola di Dio. Amen!
Padre Pio e sorella morte
Siamo nel mese, che la Chiesa ha dedicato, consacrato ai nostri cari defunti: il mese di novembre. Tutti, chi prima,...