Fondatore dell’ITCA di San Giovanni Rotondo
«A Padre Pio interessava l’uomo con tutte le sue miserie per convertirlo a Dio e, sull’esempio del Redentore, cercava sempre il peccatore per condurlo sulla retta via. […] Padre Pio, nella luce divina, conosceva i bisogni dell’uomo contemporaneo, lo comprendeva, lo amava tanto, pur nella severità dei suoi atteggiamenti». È lo stralcio di una testimonianza sul Santo del Gargano, pubblicata da padre Domenico Serini, maturata nei suoi «14 anni vissuti a San Giovanni Rotondo».
Padre Domenico Serini, morto il 28 marzo scorso nel suo paese di origine all’età di 97 anni, è nato ad Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, il 2 marzo 1922. All’età di 15 anni entrò nel seminario della Congregazione dei Terziari Cappuccini dell’Addolorata. Dopo aver conseguito la licenza in filosofia e in teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, nel 1948 fu ordinato sacerdote nella basilica di San Giovanni in Laterano. Appena quattro anni dopo gli fu affidata la direzione della colonia di Anzio, in provincia di Roma, della Pontificia Opera Assistenza. Tale colonia si occupava di recuperare i ragazzi difficili nell’immediato dopoguerra.
Nel novembre del 1957 fu inviato a San Giovanni Rotondo per collaborare con il guardiano del locale Convento dei Frati Minori Cappuccini alla fondazione del Centro Professionale I.T.C.A., ispirato da Padre Pio per strappare tanti giovani alla piaga della disoccupazione, dilagante, soprattutto nel Mezzogiorno, dopo la seconda guerra mondiale. Successivamente padre Domenico fu raggiunto da due suoi confratelli terziari: padre Giovanni Caravaggio e padre Francesco Galante, con cui formò la prima comunità e, finalmente, il 27 gennaio 1958, ci fu l’inaugurazione ufficiale del Centro intitolato a san Giuseppe artigiano che, sette mesi dopo, al termine dei primi corsi, fu visitato dal ministro del Lavoro, Luigi Gui. Nei primi 25 anni di attività questa scuola ha permesso di ottenere la qualifica professionale a 3.454 allievi in 17 ambiti formativi.
Padre Domenico, però, è rimasto a San Giovanni Rotondo fino al 1972, per poi essere destinato all’insegnamento della religione a Roma Casalotti e a Ladispoli. Quindi gli fu affidato l’incarico di parroco a Borgo San Martino,frazione di Cerveteri, in provincia di Roma.
Nel 1998, giunto all’età di 76 anni, è tornato nella sua Acquaviva delle Fonti, mettendosi a disposizione della Parrocchia di Sant’Eustachio, cattedrale del paese. Finché le condizioni di salute glielo hanno permesso, tornava volentieri a San Giovanni Rotondo per pregare dinanzi alle reliquie del corpo di san Pio da Pietrelcina. L’ultima volta vi era stato l’anno prima della sua morte.
Rivedi l’intervista rilasciata a Padre Pio tv nel 2012