Quasi 7 milioni e mezzo di italiani soffrono di obesità centrale o addominale. La cosiddetta “pancetta” colpisce il 20% della nostra popolazione con gravi conseguenze per la salute.
E proprio alle complicanze che derivano da sovrappeso ed obesità è stato dedicato un convegno dal tema “Sindrome plurimetabolica: gestione multidisciplinare” organizzato dall’Ini (Istituto Neurotraumatologico Italiano) e svoltosi, nei giorni scorsi a Grottaferrata (RM).
“L’obesità ed in modo particolare il grasso che si sviluppa nelle zone addominali, riveste purtroppo un ruolo fondamentale nello sviluppo del diabete – ha affermato il prof. Glauco Messina responsabile di endocrinologia dell’Istituto Neurotraumatologico Italiano e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore – parliamo di diabete di tipo 2, quello causato da alimentazione e sedentarietà. Tutto questo è causa di gravi problemi fisici: aumento dei trigliceridi, dei valori pressori fino ad arrivare a conseguenze quali complicanze cerebrovascolari, in particolare ictus, la cui incidenza in Italia è al momento di circa 196.000 casi all’anno”.
Entro il 2025, nei paesi industrializzati è previsto un aumento sia della diffusione del diabete, di circa il 27%, sia del numero dei diabetici, 42%, mentre nei paesi in via di sviluppo si prospetta un incremento di ben il 48% della prevalenza di diabete e del 170% del numero dei diabetici.
“L’unica soluzione – ha concluso il prof. Messina – è la riduzione del peso corporeo, con un’alimentazione adeguata e movimento. Non esistono scorciatoie o metodi miracolosi, è necessaria buona volontà e perseveranza.”