“I Santi hanno sempre qualcosa di nuovo da insegnarci”. E’ l’asciutta risposta di monsignor Piero Marini – decano degli ospiti che giungono a San Giovanni Rotondo per presiedere le celebrazioni delle Novene che, anno dopo anno, preparano con la solennità delle liturgie alla festa di San Pio – a Nicola Morcavallo, giornalista di Padre Pio TV, che gli chiede quali sentimenti si provino partecipando da decenni a questo appuntamento.
Amico e collaboratore, in qualità di maestro delle celebrazioni pontificie, del Papa che proclamò santo il frate di Pietrelcina (anche lui canonizzato, il 27 aprile 2014), l’arcivescovo presiede da un decennio il Pontificio Comitato per i Congressi eucaristici internazionali.
Nell’omelia della Messa delle ore 18, di ieri, nella chiesa inferiore di San Pio da Pietrelcina, ha definito “di rara bellezza” le letture del giorno: il brano di Luca in cui Gesù a Nain restituisce alla vita un ragazzo morto, ed il passo tratto dalla Prima lettera ai Corinzi in cui l’apostolo Paolo afferma ed argomenta che i battezzati costituiscono il corpo di Cristo. “Questa insistenza sul corpo non può che farci pensare al corpo di San Pio – ha subito sottolineato Marini – in quest’anno tutto particolare”.
Altro punto chiave “l’incontro tra Gesù, il dolore e la morte: il dolore è trasformato in gioia, la morte in vita.” Nella liturgia, ha ricordato da esperto, “celebriamo ciò che è scritto nelle Scritture”, e possiamo leggere la storia delle nostre esperienze con Gesù e con il prossimo. Due i cortei descritti dall’evangelista Luca, molto diversi tra loro. “Da una parte la gioia messianica, dall’altra l’amara tristezza della morte. In quali dei due cortei, noi, oggi, stiamo camminando?”
L’incontro con il Signore richiede il contatto fisico con Lui: “Gesù toccò la bara”. Oggi egli parla al nostro cuore: “esci dalla bara del peccato, torna ed essere felice con tua madre, la Chiesa”. Per mezzo del pane e del vino consacrati, rinnoviamo la nostra vita con Lui, in comunione con San Pio: nei luoghi dove tutto ci parla di lui, viviamo il mistero della comunione dei Santi. E con profonda chiarezza teologica e umana sensibilità, l’arcivescovo Marini ha aggiunto: “Con le mani stigmatizzate di San Pio, Gesù ci ha toccati con le Sue mani forate dai chiodi sulla croce”.
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