“La vocazione alla sequela di Gesù è, dunque, il tratto distintivo di ogni Cristiano, fatto che assume un particolare significato per coloro i quali giungono a San Giovanni Rotondo desiderosi di seguire l’esempio di vita di Padre Pio che risplende, nell’umiltà e nella semplicità francescana, della bellezza di essere discepoli“.
Con queste parole è stata introdotta la riflessione che S. Em. Rev.ma il card. Angelo De Donatis, vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, ha voluto proporre ai numerosissimi fedeli presenti domenica 16 settembre, nella Chiesa di San Pio, per partecipare alla Celebrazione Eucaristica delle 11.30.
«i segni della morte di Cristo, impressi nella carne di Padre Pio – ha detto il Cardinale – sono segni d’amore, ferite che la Pasqua ha reso squarci di luce; un segno del destino che attende tutti i battezzati in Cristo, risorti in Lui per camminare una vita nuova».
San Pio ha risposto alla domanda del Maestro “Chi sono Io per te?” con tutta la sua vita consacrata alla sequela di Gesù, rinunciando a se stesso e vivendo nel generoso servizio del Signore e dei fratelli che accorrevano da ogni parte per lasciarsi illuminare e portare nella via della Vita.
Veramente Padre Pio ha incarnato un modello di santità mirabile. “Io ricordo che da piccolino ero affascinato da questa figura, e quando mi sono avvicinato a questo Santo, sono rimasto sbalordito per la portata di questa santità”.
E allora nel ricordare i 50 anni dalla morte di San Pio, “vogliamo chiedere una grazia particolare: camminare come lui nella via dell’amore sino alla fine della nostra vita e non vediamo le nostre croci come l’occasione per aprire il cuore all’amore”.
Al termine un augurio per tutti: “Padre Pio sia per noi non un riferimento per allontanare le sofferenze, ma un aiuto a saperle portare”.
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