“Se in una sera di orazione ci sentiamo fiacchi e vuoti, se ci sembra che la vita sia stata del tutto inutile, dobbiamo in quell’istante supplicare che la preghiera di Gesù diventi anche la nostra”
Nella consueta udienza del mercoledì papa Francesco ha continuato il ciclo di catechesi dedicate alla preghiera. Dopo aver parlato nelle scorse settimane del Libro dei Salmi, il Pontefice è passato ad analizzare la preghiera di Gesù, il cui primo atto pubblico al fiume Giordano è “la partecipazione a una preghiera corale del popolo, una preghiera penitenziale, dove tutti si riconoscevano peccatori”.
Gesù, spiega il Papa, “prega con i peccatori del popolo di Dio, non rimane sulla sponda opposta del fiume, non è un Dio lontano, e non può esserlo. L’incarnazione lo ha rivelato in modo compiuto e umanamente impensabile. Così, inaugurando la sua missione, Gesù si mette a capofila di un popolo di penitenti, come incaricandosi di aprire una breccia attraverso la quale tutti quanti noi, dopo di Lui, dobbiamo avere il coraggio di passare.”
Con Gesù, sul Giordano, prosegue Francesco, c’è tutta l’umanità. “C’è soprattutto il popolo dei peccatori: quelli che pensavano di non poter essere amati da Dio, quelli che non osavano andare al di là della soglia del tempio, quelli che non pregavano perché non se ne sentivano degni. Gesù è venuto per tutti, anche per loro, e comincia proprio insieme a loro.”
“Gesù non scese nelle acque del Giordano per sé stesso, ma per tutti noi”. Ha aperto i cieli, come Mosè le acque del mar Rosso, “perché tutti noi potessimo transitare dietro di Lui”. Gesù ci ha regalato la sua stessa preghiera, “che è il suo dialogo d’amore con il Padre”, come un seme della Trinità, “che vuole attecchire nel nostro cuore. Accogliamolo!”
Al termine dell’udienza la preghiera per la strage dei giorni scorsi in Camerun: “Mi unisco al dolore delle famiglie dei giovani studenti barbaramente uccisi a Cumba, in Camerun. Provo un grande sconcerto per un atto tanto crudele e insensato che ha strappato alla vita tanti piccoli innocenti che seguivano le lezioni a scuola”.